Ilicic abbatte anche l’Inter: Palermo, la serie A adesso è molto vicina

di Redazione

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Ilicic abbatte anche l’Inter: Palermo, la serie A adesso è molto vicina

| domenica 28 Aprile 2013 - 12:39

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PALERMO, 28 APRILE 2013 – Il cuore del Palermo sopra ogni cosa. Il cuore e anche il cervello che ha consentito di centrare una vittoria fondamentale per la salvezza. Per la prima volta dopo 4 mesi i rosa lasciano la zona retrocessione e si preparano ad affrontare l’ultima curva con un leggero vantaggio numerico ma con un morale alle stelle.

 

Sannino incassa gli sforzi di quest’ultimo mese in cui il Palermo ha viaggiato a ritmo da Champions. Cade al Barbera anche l’Inter, mutilata da un’ imbarazzante serie di infortuni e ormai incapace di dare un senso a questa stagione. ciò non deve sminuire i meriti del Palermo, intelligente in ogni parte del campo, mai a disagio anche quando ha cominciato a sentire la fatica, strepitoso nel dimostrare ancora una volta che lo spirito di squadra può nel breve periodo sopperire ai limiti tecnici.

E poi c’è Ilicic, baciato dal dio del pallone che gli consente per adesso di trasformare ogni occasione in gol. Anche stavolta, nonostante la pubalgia, lo sloveno ha incantato: corsa, dedizione tattica, guizzo vincente. Il campionario perfetto del fuoriclasse che solo a sprazzi è stato sinora.

 

Sannino fa ricorso alla forza dei muscoli e alle motivazioni per un partita da dentro o fuori. Centrocampo con Barreto, RiosKurtic potenziato da Donati che ritorna al centro della difesa ma che aggiunge anche i compiti di costruzione; corsie esterne con Morganella e Garcia a garantire la fase di spinta; attacco con il massimo della classe possibile affidato a Miccoli e Ilicic, coppia che non lascia punti di riferimento alla difesa nerazzurra e proprio in virtù di ciò può sorprenderla.

 

 

L’Inter è sempre gravata da numerose assenze, specie in attacco dove l’unica punta è Rocchi affiancato da Alvarez, l’uomo che per qualche settimana fu sul punto di sostituire Pastore.

 

L’inizio è arrembante, proprio come chiesto da Sannino, il pressing alto per tentare di recuperare palla sulla trequarti avversaria, le ripartenze ragionate e sempre poggiate sugli esterni per consentire di aggirare la fitta barriera di centrocampo milanese.

 

Nove minuti sono sufficienti al Palermo per piazzare il colpo vincente: lancio verticale su cui Silvestre, in anticipo su Miccoli, sbaglia il rinvio, il capitano appoggia su Ilicic che dal limite piazza la sua conclusione alla destra di Handanovic.

 

Il decimo gol stagionale di Ilicic – record personale da quando gioca in Italia – non scuote l’Inter che perse, fra l’altro, Javier Zanetti costretto ad uscire in barella per una probabile distorsione alla caviglia. Stramaccioni cambia l’assetto tattico inserendo Schelotto sulla corsia destra e passando alla difesa a quattro. La variazione non crea alcun problema al Palermo che continua a martellare l’Inter, magari con un ritmo meno intenso ma con una incessante carica agonistica.

Kovacic cerca di eludere la pressione con personalità, senza mai sprecare palla ma trovando difficilmente compagni pronti a dettare il passaggio. L’uomo in più a centrocampo consente al Palermo di arginare sul nascere la reazione interista e riproporsi con una certa pericolosità. Al 22′ Miccoli ha un’opportunità dalla sua “mattonella” preferita: calcio di punizione dal limite che sceglie di battere a due tocchi consentendo alla barriera di venire avanti e contenere il suo tiro a giro.

 

Cambia ancora Stramaccioni, portando Schelotto nella posizione di attaccante esterno a sinistra per sfruttare la corsa di Jonathan sul versante opposto.

 

L’unica palla buona è sui piedi di Alvarez ma la sua girata non trova la porta. Nel rovesciamento di fronte altrettanto poco incisiva la battuta volante di Miccoli pescato a centro area da Ilicic. Il Palermo comincia a cedere terreno ma sembra una scelta: attendere l’Inter per ripartire a campo aperto. Una strategia mirata a sprigionare la progressione di Ilicic e i guizzi di Miccoli, abile a trovare spazio tra i centrali nerazzurri.

 

Al 44′ è Rocchi a mettere in allarme la difesa rosa anticipando di testa Von Bergen a sfiorando il palo destro di Sorrentino. I 3 minuti di recupero evidenziano la capacità di palleggio del Palermo e la corretta gestione del possesso palla, caratteristica ancor più giustificabile contro un avversario incapace di pressare e alzare i ritmi della partita.

 

Nessuna variazione nel secondo tempo anche se l’atteggiamento dell’Inter sembra meno passivo. Ci prova subito Jonathan con una conclusione dal limite intercettata da Sorrentino. E cresce anche l’agonismo: Juan Jesus entra duro da dietro su Ilicic e prende il cartellino giallo. Sul successivo calcio di punizione Kurtic tenta di pescare Arnica nell’area piccola ma Ranocchia trova un anticipo provvidenziale.

Poi è Donati a cercare l’angolo basso da fuori area ma il suo rasoterra finisce a lato. Cerca varchi l’Inter poggiando la manovra sugli esterni per aprire la diga di centrocampo rosa ma funziona poco la catena di sinistra composta da Schelotto e Pereyra. Tuttavia i temi della partita sembrano meno scontati del primo tempo anche perchè naturalmente decresce la pressione di Barreto e Rios.

 

L’espulsione contemporanea di Sannino e Perinetti testimonia la tensione che si vive in campo ma anche in panchina, tensione che aumenta quando Orsato ignora un tocco di mano in area di Kuzmanovic sul triangolo stretto Garcia – Aronica.

Grande prodezza di Handanovic al 24′: palleggio di Miccoli dal limite e battuta al volo sull’angolo destro che trova però il pugno del portiere oggetto dei desideri del Barcellona.

Costretto alla resa Ilicic poco prima della mezz’ora, al suo posto Hernandez, subito innescato da un tocco di Miccoli: conclusione debole e sporcata da Ranocchia che finisce innocua tra le mani di Handanovic.

 

Palermo graziato da Alvarez, bravo ad approfittare di un disimpegno superficiale di Donati e meno abile nella cosa più semplice, trovare cioè la mira giusta dopo avere saltato tre uomini. Si aggrappa ad ogni residuo d’energia fisica e nervosa la truppa di Sannino che vede vicino il traguardo sperato ma è costretta a fare i conto con la reazione  d’orgoglio di un avversario che, per quanto in giornata poco positiva, è almeno spinto dall’orgoglio.

 

La sofferenza del Palermo cresce con il passare dei minuti: se ne va anche Garcia massacrato dai crampi e rilevato da Nelson. Il finale è privo di ogni logica, si gioca con il cuore più che con la testa. Sannino si cautela togliendo lo stremato Miccoli e piazzando Munoz nella difesa a cinque. Sfiora il raddoppio Hernandez al 42′: sulla sponda di Morganella piazza il suo diagonale alle spalle di Handanovic ma meno di un metro lontano dall’angolo.

Sarebbe stato il giusto sigillo ad una vittoria che premia il carattere del Palermo e garantisce quella spinta in più in vista dello sprint finale.

 

 

 

 

 

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