The Chef, parlano Oldani e La Mantia

di Redazione

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The Chef, parlano Oldani e La Mantia

| venerdì 20 Settembre 2013 - 13:36

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PALERMO, 20 SETTEMBRE 2013 – “I programmi di cucina in tv hanno annoiato? Macché, riscoprono tradizioni e ricette. Certo é che migliaia di persone ormai campano sui cuochi: tutti sanno di vino e sono food-blogger”. I due presentatori di The Chef si presentano così al grande pubblico, carichi e sicuri delle proprie possibilità.

Davide Oldani e Filippo La Mantia non si sono tirati indietro, però quando La5 ha offerto a loro la parte di protagonisti nel nuovo talent show “The Chef”, dove fanno i giudici. Voglia di fare concorrenza a Carlo Cracco e al suo Masterchef? “Carlo é bravissimo e non gli invidio nulla. Il suo unico difetto é che é milanista”, dice Oldani a “Io donna”, in uscita domani, in una intervista a due con il collega di pentole e tv La Mantia.

 

Proprio lo chef palermitano aggiunge: “Ha successo perché se lo merita. Per questo non mi é piaciuto quando ha detto che gli show numeri due resteranno sempre numeri due”. A proposito dei cuochi tv che non hanno un ristorante: “Alessandro Borghese e Simone Rugiati quando prendono in gestione un ristorante hanno dei problemi. Se cucino in tv per 20 anni non potrò capire che cos’é la leadership su una brigata di 14 persone”, attacca La Mantia, mentre Oldani rincara la dose: “Quella é un’ottima scelta di vita. Ma loro fanno parte di uno star system diverso, quello degli showmen televisivi”.

 

La cucina infatti dev’essere una passione esclusiva: “La tv é un’incursione, ma il mio palcoscenico resta il ristorante”, precisa La Mantia. E nel programma come vi siete divisi i ruoli? “Siamo amici e siamo cosi’ diversi che ci siamo integrati”, dice Oldani. “Io ho fatto per parte più tecnica, quella del giudice, che richiede precisione e professionalità. Filippo invece é il buono della coppia, l’intrattenitore”.

 

La Mantia conclude con il suo rapporto con Davide e la cucina: “Con Davide siamo amici da anni, abbiamo fatto le vacanze in barca insieme. Io cucino per istinto, mentre lui razionalizza e ha creato una tecnica basata sull’armonia dei contrasti. E nei partecipanti ho ritrovato me stesso di vent’anni fa quando, dopo la prima vita da fotoreporter a Palermo, ho capito che volevo aprire un ristorante”.

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