Le tradizioni della Festa dei morti: un rito che si rinnova da più di mille anni

di Domenico Giardina

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Le tradizioni della Festa dei morti: un rito che si rinnova da più di mille anni

| giovedì 31 Ottobre 2013 - 17:58

La commemorazione dei defunti è tra le feste cristiane una delle più sentite e le sue origini vanno rintracciate nel X secolo dopo Cristo. In quell’epoca la Chiesa cattolica decise di creare un culto unitario che superasse i vari culti extracattolici presenti nel nostro Paese e non solo. Così venne deciso di dedicare il giorno successivo alla festa di Ognissanti, già appannaggio di altre celebrazioni, al culto delle anime dei defunti. Si decise perciò di far suonare con rintocchi funebri le campane delle chiese dopo i vespri dell’1 novembre.

Rimane predominante la celebrazione cattolica, naturalmente. Occasione in cui ci si reca in visita ai defunti nei vari cimiteri del Paese, per l’occasione aperti in orario continuato. Diviene un’occasione per tenere viva la memoria dei cari estinti in un giorno loro dedicato, lontano dalla routine quotidiana. Il fiore tipico che viene portato sulle tombe è il crisantemo, da sempre definito il “fiore dei morti”. Questo perché la sua fioritura avviene proprio a ridosso di questa festività.

Ma in Italia, e nel Meridione in particolare, la commemorazione dei defunti rimane legata a tradizioni territoriali che si tramandano da tempo immemore. Alcune sfociano nella leggenda, come quella che racconta che nella notte tra l’1 e il 2 novembre i defunti vengono a far visita ai bambini portando loro dei doni. In Sicilia gli adulti spiegano ai bambini che li possono ricevere solo nel caso in cui si siano comportati bene durante l’anno e abbiano recitato le preghiere in suffragio dei defunti.

In altre regioni come la Sardegna o la Puglia si usa lasciare la tavola apparecchiata, prima o dopo la cena, così da permettere al defunto di passaggio di poter usufruire del banchetto. E la zucca, così popolare nella festa anglo-sassone di Halloween, viene decorata e stilizzata anche in Abruzzo. Così come accade anche in diverse regioni che i bambini vadano a chiedere dolci alle porte delle case. Per non parlare delle centinaia di declinazioni enogastronomiche. Ogni regione si caratterizza per dolci tipici che fanno la felicità di adulti e bambini.

Tradizioni distanti ma che si somigliano nonostante i chilometri che le separano. Parti della celebrazione di un rituale che affonda le sue radici in quello che rimane il più grande mistero della vita.

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