La protesta degli operai Gesip sopra le gru del porto| “Non scendiamo finché il sindaco non ci darà un segnale”

di Redazione

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La protesta degli operai Gesip sopra le gru del porto| “Non scendiamo finché il sindaco non ci darà un segnale”

| giovedì 05 Dicembre 2013 - 14:48

Ancora una protesta degli operai Gesip. Due dipendenti della ex municipalizzata sono saliti sulle gru della banchina Puntone del porto di Palermo e minacciano di lanciarsi nel vuoto.

I lavoratori chiedono un  intervento immediato all’amministrazione comunale per avere  garanzie sul proprio futuro.

I contratti dei circa 1700  dipendenti scadranno il 31 dicembre. Sotto la gru ci sono  diverse squadre dei vigili del fuoco.

“Il sindaco di Palermo, nonostante le sue dichiarazioni per una risoluzione definitiva del problema, a pochi giorni dalla sospensione del servizio non ha ancora convocato le organizzazioni sindacali per discutere delle soluzioni”, afferma il sindacato che sostiene che gli operai sulla gru sono sei e non due. Protestano “per scongiurare il pericolo di licenziamento che si sta profilando per 1.750 lavoratori dopo mesi di cassa integrazione. Il 31 dicembre scade infatti la cassa in deroga, senza che alcuna soluzione sia stata proposta dall’amministrazione comunale”.

“I lavoratori protagonisti della protesta – dichiara Paolo Di Gaetano, della Usb di Palermo – sono intenzionati a non mollare l’iniziativa di lotta finché non avranno concreti segnali da parte del sindaco il quale, insieme a tutta la sua Giunta, continua a dimostrare una palese indifferenza nonostante in più incontri i lavoratori abbiano prospettato possibili soluzioni alla vicenda”.

“Siamo in sette e non scenderemo da qui – dice Vincenzo Billeci, 46 anni, 5 figli – fino a quando il sindaco non ci dirà che da gennaio rientreremo in azienda a tempo pieno, ha salvato la Rap, ma di noi non vuole saperne nulla”.

Gli operai dicono di avere portato con loro solo qualche bottiglia d’acqua. “C’è freddo, non abbiamo cibo – aggiunge Billeci, che lavora come giardiniere al Cimitero dei Rotoli- solo acqua, siamo saliti qui perché è l’unico modo per avere visibilità. Non ce la faccio più, sono esasperato. Ci hanno abbandonati tutti”.

LE FOTO DELLA PROTESTA DEGLI OPERAI GESIP

Anche Sebastiano Buscemi, 48 anni, fa il giardiniere. “Ho quattro figli e pago un affitto di 400 euro – dice – Chiedo al sindaco di restituirmi la mia dignità di padre e di lavoratore. E’ terribile tornare a casa e non riuscire a guardare i miei figli negli occhi. Non posso nemmeno comprare loro un paio di scarpe nuove. Sono disperato”. Giovanni Mattialiano, invece, ha 45 anni, è sposato e ha 2 figli piccoli.

“L’altro giorno la mia bimba ha fatto il compleanno – dice – non ho potuto comprarle nemmeno un regalo. Non ho più niente da perdere, non ne possiamo più, ci hanno tolto tutto, non possiamo permetterci più niente”.

Sebastiano Montalbano, 60 anni, 4 figli, fa custode al cantiere municipale, in via Tiro a Segno. “Mia moglie – racconta – non lavora e ha problemi di salute, non riusciamo nemmeno a fare la spesa, mi aiutano i vicini a comprare da mangiare. Non ho il coraggio di guardare i miei figli e mia moglie, ho perso la dignità, ho perso tutto”.

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