Nuti (M5S): “Faraone chiese voti ai boss di San Lorenzo a Palermo” | Bagarre alla Camera durante il dibattito per la fiducia

di Maria Teresa Camarda

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Nuti (M5S): “Faraone chiese voti ai boss di San Lorenzo a Palermo” | Bagarre alla Camera durante il dibattito per la fiducia

| mercoledì 11 Dicembre 2013 - 10:40

“Lei lo sa chi è Davide Faraone, il parlamentare siciliano che fa parte della segreteria del suo neosegretario Matteo Renzi?”. Comincia così il durissimo attacco del deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Nuti a Davide Faraone, responsabile di Welafare e Scuola nel Partito democratico del nuovo segretario.

“Faraone – prosegue Nuti – è quello che il 10 marzo 2008 si trovava nella casa di Agostino Pizzuto, custode dell’arsenale della famiglia del quartiere San Lorenzo-Resuttana di Palermo”, città di cui entrambi i parlamentari sono originari. “E si parlava di voti in quell’incontro. E non lo diciamo noi, ma lo hanno registrato le intercettazioni. Anzi – ironizza il grillino – distruggiamole, così non ne sapremo più niente”.

Secondo il notiziario dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, “il 4 aprile seguente Pizzuto parla della riunione con Faraone a un altro indagato, Antonino Caruso. E Caruso dice: ‘Allora, hanno chiesto qualche cortesia … qualche cosa si matura… noi altri abbiamo fatto la campagna elettorale per Faraone'”. “Ecco il nuovo che avanza”, dice Nuti.

“Faraone proverà forse a difendersi dicendo che non sapeva a casa di chi andava – conclude il grillino – ma le assicuro, presidente, che a Palermo, nel quartiere Resuttana-San Lorenzo, tutti sanno tutto di tutti”. “E poi, grazie a Striscia la notizia – ha aggiunto Nuti – tutti sanno che Faraone chiese voti, attraverso la cooperativa ‘Palermo Migliore’, in cambio di posti di lavoro in occasione delle elezioni amministrative”.

E Riccardo Nuti conclude con una “minaccia” in stile Beppe Grillo: “Noi cittadini onesti vi faremo sparire tutti, in nome dei nostri genitori, in nome dei nostri figli”.

Al termine dell’intervento di Nuti, il parlamentare Davide Faraone ha chiesto – urlando, offeso per la parole del grillino – di poter prendere la parola per potersi difendere dall’accusa di contiguità con la mafia che gli era stata rivolta. Il vicepresidente di turno, Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle per la precisione, ha però messo a tacere le polemiche e ha rinviato i fatti personali alla fine della seduta.

Nella sua replica ai parlamentari intervenuti nel dibattito sulla fiducia, Letta ha voluto esprimere solidarietà “al collega Faraone per le cose ingiuriose che sono state dette. La logica dell’ingiuria è inaccettabile”. “Se lei ritiene – sottolinea Letta rivolgendosi al capogruppo di M5S Nuti – che un giornalista leda le regole delle istituzioni lei si può rivolgere alla magistratura, ma il resto fa parte della dialettica e del normale dibattito. Rimango esterrefatto che il Movimento 5 Stelle abbia voluto rilanciare la gogna contro i giornalisti, accusare sempre gli altri di essere disonesti è inaccettabile”.

GUARDA I TESTI DELLE INTERCETTAZIONI TRA FARAONE E PIZZUTO

GUARDA QUI IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI NUTI ALLA CAMERA

LA DENUNCIA DI FARAONE CONTRO NUTI

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