Delitto Meredith, è bufera sul giudice | Dubbi sulla legittimità della condanna

di Maria Teresa Camarda

» Cronaca » Delitto Meredith, è bufera sul giudice | Dubbi sulla legittimità della condanna

Delitto Meredith, è bufera sul giudice | Dubbi sulla legittimità della condanna

| lunedì 03 Febbraio 2014 - 16:32

Una “grave carenza d’imparzialità nell’esercizio delle proprie funzioni”. È con questa motivazione che la Prima Commissione del Csm ha deciso all’unanimità di chiedere al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica sul giudice Alessandro Nencini, presidente della Corte d’assise d’appello di Firenze che ha pronunciato giovedì scorso la sentenza di condanna per l’omicidio di Meredith Kercher.

Al centro della pratica, le dichiarazioni che il giudice ha rilasciato nel corso di un’intervista ai giornalisti a poche ore dal verdetto di condanna per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, dunque, ben prima del deposito delle motivazioni della sentenza.

Se il Comitato di presidenza del Csm darà il suo via libera all’apertura di una pratica (la prima riunione utile per decidere in merito è fissata per mercoledì mattina) gli atti saranno trasmessi alla Prima Commissione, che dovrà valutare se sussistano i presupposti per l’avvio di una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità.

A chiedere l’avvio della procedura sono stati i laici di area centrodestra del Consiglio superiore della Magistratura Niccolò Zanon, Filiberto Palumbo e Bartolomeo Romano con un documento inviato al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli. “Nencini – si legge nel documento – dopo la pronuncia della sentenza ma prima del deposito delle motivazioni, non solo ha dato pubblicità ad elementi da ritenere coperti dal segreto della camera di consiglio, non solo ha anticipato vari aspetti di una motivazione ancora non conosciuta, ma ha altresì espresso giudizi negativi, o comunque perplessi, sulla condotta processuale di uno degli imputati-condannati”, ossia Raffaele Sollecito e sulla sua decisione di non farsi interrogare nel processo.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, che ha chiesto all’Ispettorato generale del ministero “accertamenti preliminari” sul giudice Nencini.

“Ci chiediamo innanzitutto – hanno detto Giulia Bongiorno e Luca Maori – se il presidente Nencini parla a nome di tutti i giurati e se la frase sul mancato interrogatorio di Raffaele Sollecito significa che, se avesse accusato Amanda Knox, sarebbe stato assolto”. Forti delle esternazioni di Nencini, gli avvocati ora punteranno a mettere in dubbio anche la legittimità del verdetto di condanna.

LEGGI ANCHE:

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820