Traffico illecito di rifiuti nel Messinese, otto indagati /FOTO | Sequestrata una ditta produttrice di succhi di frutta

di Redazione

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Traffico illecito di rifiuti nel Messinese, otto indagati /FOTO | Sequestrata una ditta produttrice di succhi di frutta

| giovedì 17 Aprile 2014 - 07:25

Una ditta produttrice di succhi di frutta di Barcellona Pozzo di Gotto, nei pressi di Messina, è stata sequestrata dai carabinieri, che hanno arrestato tre persone nell’ambito di un’indagine su irregolarità nello smaltimento degli scarti di lavorazione degli agrumi, il così detto “pastazzo”.

Nello specifico agli arresti domiciliari sono finiti Nunzio Calabrò, 73 anni, rappresentante dell’impresa “Canditfrucht s.p.a.” e presidente consiglio amministrazione medesima; Sebastiano Conti Mammamica, di Militello Rosmarino (ME), 47 anni, proprietario e conduttore omonima impresa individuale di Lentini (SR); Antonino Mazzeo, di Terme Vigliatore (ME), 47 anni, gestore della ditta di trasporti “Trasporti Line soc. coop.”, pregiudicato, detenuto in regime di 41 bis a seguito dell’Operazione “Gotha 4.

Hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: Fortunato Arcoraci, di Barcellona P.G. (ME),58 anni, autotrasportatore; Salvatore Crinò, di Barcellona P.G. (ME), 47 anni, autotrasportatore, pregiudicato; Mario Pantè, di Mazzarrà Sant’Andrea (ME), 44 anni, autotrasportatore; Giovanni Floramo, di Barcellona P.G. (ME), 61 anni, autotrasportatore.

Obbligo di dimore nel comune di residenza invece per Giuseppe Tripolo, di Barcellona P.G. (ME), 38 anni, autotrasportatore, pregiudicato.

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Oltre ai provvedimenti restrittivi, agli arresti domiciliari, il Gip di Messina ha emesso anche quattro misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e una di obbligo di dimora. Gli otto indagati rispondono tutti di traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi. Per tutti i destinatari del provvedimento restrittivo l’accusa è quella di avere, in concorso tra di loro, attraverso l’allestimento di mezzi ed attività continuative ed organizzate, trasportato, ceduto, smaltito e comunque gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da scarti provenienti dalla trasformazione industriale degli agrumi.

Lo smaltimento irregolare del pastazzo ha procurato all’azienda secondo gli inquirenti un profitto illecito di due milioni di euro circa. Oltre al complesso aziendale, sono stati sequestrati vari automezzi della ditta.

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