Naufragio in Corea, già 28 le vittime | Ancora disperse 268 persone /VIDEO

di Redazione

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Naufragio in Corea, già 28 le vittime | Ancora disperse 268 persone /VIDEO

| venerdì 18 Aprile 2014 - 12:44

Non soltanto naufragio ma anche il dramma umano legato alla tragedia avvenuta in Corea. Il vice preside del liceo “Dawan” di Asan, città situata una sessantina di chilometri a sud di Seul, dove studiavano o lavoravano gran parte delle vittime del naufragio di due giorni fa del traghetto “Sewol ha deciso di togliersi la vita.

Quella che doveva essere una tranquilla gita scolastica, per trecento tra studenti e insegnanti, si è trasformata in un vero e proprio incubo. Il numero dei morti accertati rimane fermo a 28, mentre ammontano a 179 coloro che sono stati tratti in salvo, ma all’appello mancano ancora ben 268 persone. Impegnati nelle ricerche, rallentate anche a causa del maltempo, sono più di 500 sommozzatori che ancora non sono riusciti ad aprirsi un varco per entrare nel relitto.

Secondo quello che riferisce la polizia sud-coreana, il preside è stato trovato impiccato nei pressi della palestra di Incheon, il porto dal quale era salpata la nave, ove sono ospitati i familiari di annegati e dispersi. L’uomo, Kang Min-gyu di 52 anni, si è stretto al collo la cintura e l’ha fissata al ramo di un albero.

Sotto accusa è finito il comandante del traghetto, Lee Joon-seok, 69 anni, che non solo abbandonò la nave al momento dell’incidente, ma non si trovava nemmeno al comando quando è successo. “Era sul retro”, si è limitato ad aggiungere il magistrato. Per comandante è scattato un mandato di arresto: lo hanno richiesto congiuntamente la polizia e la Procura di Mokpo, cui è stata affidata l’indagine. Nel riferirlo in via riservata fonti della Guardia Costiera hanno aggiunto che gli inquirenti puntano anche a far arrestare altri due membri dell’equipaggio, ma non hanno specificato quali né le accuse mosse ai tre. Lee, 69 anni quaranta dei quali di carriera in mare, aveva passato il timone a una sottoposta, che nemmeno era il suo secondo: si trattava infatti semplicemente del terzo ufficiale.

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