L’artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun, nel Nord della Striscia di Gaza, una scuola dell’Unrwa, l’ente dell’Onu per i profughi, in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Fonti mediche riferiscono che ci sono decine di morti e diversi feriti.

“Sono sconvolto dalla notizia dell’attacco alla scuola Unrwa nel nord della Striscia di Gaza”: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon sottolineando che tra le vittime ci sono donne, bambini, e membri dello staff delle Nazioni Unite.

Gli Stati Uniti si sono detti “rattristati e preoccupati per questo tragico incidente. Esortiamo ancora una volta tutte le parti a raddoppiare gli sforzi per proteggere i civili”, afferma il portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki.

Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non arriva: ancora una notte di raid, ancora una notte di morte. Oltre venti persone hanno perso la vita negli attacchi dell’esercito israeliano, nel sedicesimo giorno di offensive militare a Gaza. Il bilancio complessivo supera le 700 vittime, in gran parte civili.

Israele fa sapere di aver perso 32 soldati. I razzi lanciati da Hamas avrebbero poi fatto due vittime tra i civili. A Gaza invece si contano ogni giorni decine e decine di morti. Innegabile l’altro numero di bambini uccisi durante raid e bombardamenti. Un bilancio pesante e comunque difficile da verificare anche se l’Onu non ha dubbi: la maggior parte delle vittime palestinesi sono civili.

Mentre i negoziati tra Israele e Hamas proseguono con grandi difficoltà, la questione della “no fly zone” su Tel Aviv viene sbloccata dall’Agenzia federale dell’aviazione statunitense, che ha tolto il divieto alle compagnie aeree di volare verso Tel Aviv, pur ricordando che la situazione è “instabile”. Anche Alitalia ha tolto il divieto. Compagnie di altre nazionalità hanno comunque deciso di estendere lo stop ai voli ancora per qualche giorno.