Gaza, la richiesta del consiglio di sicurezza Onu | Uccisi 7 bambini palestinesi, ma Israele nega

di Alessia Bellomo

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Gaza, la richiesta del consiglio di sicurezza Onu | Uccisi 7 bambini palestinesi, ma Israele nega

| lunedì 28 Luglio 2014 - 07:36

18.21 – Le sirene stanno risuonando nel nord di Israele, nelle zone sotto Haifa. L’allarme anti razzi è scattato a Hadera, Zichron Yaakov e Cesarea. L’esercito israeliano ha chiesto ai residenti di Sajaya e di Al-Zaytun, e delle zone israeliane di Shar HaNegev, nel sud di Israele di lasciare le loro case, che si trovano in aree a rischio attacco, e di dirigersi verso l’area centrale di Gaza, a causa di una possibile infiltrazione dalla Striscia.

18.13 – Sarebbero quattro gli israeliani morti per il colpo di mortaio lanciato da Gaza verso Eshkol, nel sud di Israele. Lo riferiscono i media. Almeno sei i feriti.

17.16 – Almeno 7 bambini palestinesi sono rimasti uccisi nel campo profughi di Shati, nel nord della Striscia di Gaza, come riferiscono fonti locali. Ma Israele nega qualsiasi responsabilità e accusa i terroristi sia di questo massacro sia dell’esplosione nei pressi dell’ospedale di Shifa. Altre 7 persone sono rimaste ferite nella zona di Eshkol, nel sud di Israele, in seguito a un colpo di mortaio arrivato dalla Striscia. Tra di loro 5 sono in fin di vita.

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Una notte movimentata, quella tra domenica e lunedì a New York. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito d’urgenza per adottare una politica unanime sulla crisi che sta spaccando il Medio Oriente. “Cessate il fuoco umanitario immediato e senza condizioni” è la richiesta per salvare la striscia di Gaza.

Il Consiglio esorta Israele e Hamas a far “applicare pienamente” la tregua per tutta la durata della festa musulmana dell’Eid al Fitr, la fine del Ramadan, e spera che questa possa continuare anche dopo. In questa guerra ad avere la peggio sono, come sempre, i civili: la popolazione palestinese ha perso più di mille persone. Israele invece ha detto addio a circa 40 militari.

L’Onu insiste chiedendo “il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili”. C’è infatti “la necessità di rifornire immediatamente l’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza”.

E il premier israeliano Bejamin Netanyahu ha ricevuto anche la telefonata del più potente amico di Israele, il presidente statunitensi Barack Obama che ha parlato della tregua come “un imperativo categorico”.

La notte intanto è trascorsa senza raid nè lanci di razzi: dopo il caos sulla tregua di sabato, con Hamas che aveva lanciato qualche razzo e Israele che aveva immediatamente deciso di riprendere l’offensiva, le poche ore di silenzio sembrano quasi una benedizione in Medio Oriente. E proprio Papa Francesco ieri durante l’Angelus aveva lanciato il suo appello: “Fermatevi, ve lo chiedo con tutto il cuore”.

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