Ecco i punti cardine sulla fecondazione eterologa | Lorenzin: “Sarà coperta dal servizio sanitario”

di Redazione

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Ecco i punti cardine sulla fecondazione eterologa | Lorenzin: “Sarà coperta dal servizio sanitario”

| martedì 29 Luglio 2014 - 18:19

In commissione Affari sociali della Camera sono stati svelati i punti cardine della legge sulla fecondazione eterologa da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Sono stati previsti l’istituzione di un registro nazionale dei donatori, un rimborso molto simile a quello che si riceve quando si dona il midollo osseo, limiti di età per donatori e donatrici e anche il numero che questi possono generare.

La prima cosa che spiega Lorenzin è il “completamento del recepimento della direttiva europea 17/2006 in particolare dell’indicazione dei test da effettuarsi nei donatori; la donazione dei gameti deve essere volontaria e gratuita: permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo” Al Gruppo di lavoro composto da esperti e presidenti di Società scientifiche e nominato dal ministero, ha spiegato Lorenzin, ”si è convenuto che la sentenza” della Corte Costituzionale – che ha bocciato il divieto di eterologa della Legge 40 – ”non esclude la doppia eterologa”

”Il numero massimo di nati da uno – afferma il ministro – stesso donatore è dieci, a livello nazionale, con deroga se una famiglia con figli già nati da eterologa chiede un altro figlio con stesso donatore”. La ‘ratio’ di ”un limite massimo – ha spiegato il ministro – è quella di evitare che ci sia un numero eccessivo di figli dallo stesso donatore, riducendo al minimo possibili unioni  inconsapevoli fra nati da eterologa: l’ipotesi più ragionevole – ha precisato – è quella di contare nati o famiglie, avendo la possibilità di bloccare il donatore una volta raggiunto il limite massimo stabilito, ed eventualmente distruggere i gameti ancora disponibili”. Per fare questo, ha sottolineato Lorenzin, ”è necessario collegare le raccolte di gameti da ogni singolo donatore, la loro distribuzione alle coppie riceventi e i nati da quel donatore”.

 ”È prevista età minima e massima differenziata per donatori e donatrici: potranno donare uomini di età compresa fra 18 e 40 anni e donne fra 20 e 35 anni”. Lo ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, in audizione alla camera sull’eterologa, ha spiegato che ”all’aumentare dell’età dei donatori aumentano i fattori di rischio genetici e, in particolare per le donne, diminuisce la fertilità; l’età minima differenziata – ha precisato – è dovuta a un differente sviluppo dell’apparato sessuale”

La donazione dei gameti ”deve essere volontaria e gratuita: permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in audizione alla Camera. ”Non sarà possibile – ha spiegato – importare (o esportare) gameti da centri o banche di tipo profit, analogamente a quanto già avviene per organi, cellule e tessuti nel nostro paese”.

I donatori, ha spiegato Lorenzin in commissione Affari sociali, ”non potranno percepire alcuna forma di pagamento, diretto o indiretto”. Tuttavia, ha precisato il ministro, ”altro è il concetto di rimborso di spese effettive e permessi lavorativi, così come va tenuto conto dei costi vivi della donazione, ad esclusione del pagamento del donatore: per tutti questi aspetti si può far riferimento al modello già esistente per donatori di quello che è comunemente chiamato midollo osseo”.

Il ministro ha quindi chiarito la scelta di ricorrere ad un decreto legge, sottolineando la necessità di una ”norma primaria” anche in relazione al recepimento della direttiva Ue in materia ed allo stanziamento immediato di fondi per realizzare l’eterologa. ”Non avevo intenzione di fare un decreto, ma ho visto l’accelerazione in corso, dall’iniziativa della Toscana ad alcuni centri che sono già partiti. Bisogna avere – ha detto Lorenzin – uno standard unico valido per tutti i cittadini, per avere una parità di opportunità di diritti su tutto il territorio. Non ci sono elementi etici di valutazione – ha aggiunto – ma questioni di tipo giuridico”.

La forma del decreto, dunque, ha sottolineato, ”è stata dettata dall’urgenza per la pressione determinatasi e per dare omogeneità su tutto il territorio”. Si tratta, ha quindi chiarito, di un ”decreto scarno, che ci permette di attuare la legge: questo strumento legislativo ci consente di essere operativi da settembre, mentre altri strumenti non lo avrebbero permesso. Dobbiamo rendere operative subito le norme”. Questo tema, ha concluso, ”non può essere risolto solo con un’azione amministrativa”.

 

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