Le confessioni di Bossetti al prete del carcere | “Mi chiede di pregare per sé e i suoi familiari”

di Redazione

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Le confessioni di Bossetti al prete del carcere | “Mi chiede di pregare per sé e i suoi familiari”

| mercoledì 27 Agosto 2014 - 12:44

Don Fausto Resmini, cappellano nel carcere di Bergamo è l’unica persona che può incontrare ogni giorno Massimo Bossetti, l’uomo accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. La rivista “Credere” ha intervistato don Fausto partendo dalla realtà drammatica del carcere.

Il prete rivela per la prima volta come il muratore di Mapello trascorre le sue giornate: “Chiede che si interceda per sé e i familiari, i suoi figli e le persone cui non pensa nessuno. Poiché si dichiara innocente, prega anche per la soluzione positiva del caso in cui è coinvolto”.

Don Antonio Rizzolo, direttore della rivista, sul sito ha commentato: “Non intendiamo entrare a gamba tesa in una difficile indagine in corso. Non siamo innocentisti o colpevolisti. È fondamentale rispettare il lavoro degli inquirenti e della magistratura”. L’articolo ovviamente non tratta di cronaca, si parla più del percorso umano difficile e di come l’anima umana potrebbe a volte diventare oscura.

Nell’intervista di don Fausto si riflette sull’anima di ciascuno di noi, anima che “aspira al bene, al bello, al cielo e spesso si trova avvolta dal male, sporcata e ferita. Il male esiste e tutti ne siamo attratti, perché si presenta sotto le sembianze di qualcosa che soddisfa, dà piacere. Viceversa il bene, l’amore, la giustizia, la fedeltà ci sembrano cose faticose, difficili. È l’inganno del nemico. Ma c’è una speranza”.

Una speranza che porta alla preghiera. “Preghiamo allora gli uni per gli altri. Perché ci lasciamo curare dalla grazia di Dio, che fascia le ferite del nostro peccato e ci dà sempre nuove possibilità di riscatto. Preghiamo per chi è in carcere, perché l’amore di Dio tocchi i cuori e li converta. Preghiamo per l’assassino di Yara, chiunque egli sia, perché abbia il coraggio della verità. Preghiamo per i familiari di Yara, perché il Signore dia loro la forza di cui hanno bisogno”.

E non solo.”Chiediamo a Dio”, come ha scritto nell’articolo il parroco della famiglia Gambirasio, don Corinno Scotti “di non dimenticarci di YaraLei ora è custodita, coccolata nel cuore di Dio e ha più che mai modo di intercedere per tutti i nostri ragazzi”.

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