Venezia71 Più o Meno: le pagelle dell’1 settembre | Il giorno di Von Trier e Nymphomaniac

di Roberta Impallomeni

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Venezia71 Più o Meno: le pagelle dell’1 settembre | Il giorno di Von Trier e Nymphomaniac

| lunedì 01 Settembre 2014 - 19:30

Le pagelle di oggi saranno molto brevi, perché già dalle 14 – e fino alle 22 – siamo coinvolti nella lunga maratona dedicata al maestro danese Lars Von Trier, che a Venezia 71 presenta fuori concorso il suo Nymphomaniac vol. I e II, director’s cut long version, che giudicheremo domani. C’è spazio però per parlare di due pellicole in concorso, Il giovane favoloso e Loin des hommes, e di un film della sezione Orizzonti, Jackie & Ryan.

Voto 7 a Il giovane favoloso di Mario Martone – Giacomo Leopardi prende forma nell’immaginario cinematografico grazie al volto di Elio Germano. E Mario Martone si prende, quindi, una bella responsabilità con questo film in costume che ricostruisce la vita di uno dei poeti più conosciuti, ma anche uno dei poeti più spesso vittima degli stereotipi scolastici – che si sa, sono duri a morire – della letteratura italiana. In questa pellicola, comunque, viene messo in luce anche il lato rivoluzionario del pensiero leopardiano, il suo razionalismo che lo ha portato con più di un secolo di anticipo, a dar forma a un pensiero quasi scientifico che nulla ha da invidiare al nostro. L’immagine finale del cielo stellato e del pianeta terra che orbita tra le galassie fa il paio con l’affermazione del poeta che chi più dubita, più sa, e piacerebbe a molti scienziati contemporanei. Troppo lunga e lenta la prima parte del film, che illustra la vita-prigione a Recanati e dipana l’aspetto contemplativo del poeta. Superfluo questo attardarsi per la maggior parte degli spettatori, visto che si tratta degli aspetti della vita di Leopardi maggiormente noti ai più. Interessante, invece, la seconda parte, con i viaggi tra Firenze, Roma e Napoli. Ottima la ricostruzione storica e filologica.

Voto 6,5 a Jackie & Ryan di Ami Canaan Mann – Si tratta di una pellicola semplice, senza troppi fronzoli. Non brilla per originalità, ma si attiene con ordine e pulizia alle regole del moderno genere sentimentale americano. Consigliato, dunque, a chi ama i film d’amore con storie vere e situazioni realistiche, ma anche a chi ama la musica country. La colonna sonora, composta da pezzi editi e non, è infatti il dato più notevole e affascinante di questa pellicola, che racconta l’incontro tra Jackie, ex cantante di successo alle prese con un divorzio difficile e l’affido della figlia, e Ryan, che si guadagna da vivere esibendosi per strada con chitarra e voce, in attesa dell’occasione della sua vita. Bella la recitazione di Ben Barnes (il Principe Caspian delle Cronache di Narnia) e soprattutto di Katherine Heigl, che gli appassionati di serie tv ricorderanno ancora giovanissima come la bella e inquieta Isabel di Roswell, e successivamente nei panni di Izzie in Grey’s Anatomy.

Voto 6 a Loin des hommes di David Oelhoffen– Loin des hommes è, in definitiva, anche loin du spectatuer. Un film stancante, tratto dal romanzo L’ospite di Camus, Loin des hommes è ambientato in Algeria nel 1954 e narra l’incontro di due uomini molto diversi, un maestro e un uomo accusato di omicidio che deve essere consegnato alla giustizia, e della loro fuga insieme alla ricerca della libertà. Adattare per il cinema un testo di Camus è già di per sé un’impresa difficile, ma il film non segue l’opera fedelmente e di Camus rimangono solo alcuni tratti, che stonano con le contaminazioni western inserite nel film. Non basta la buona interpretazione degli attori, né l’ottimo intento di parlare dell’impegno politico e della violenza della guerra per portare il film al di sopra della sufficienza.

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