Milano, strangola la fidanzata e poi confessa | Due mesi fa aveva già tentato di ucciderla

di Redazione

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Milano, strangola la fidanzata e poi confessa | Due mesi fa aveva già tentato di ucciderla

| lunedì 20 Ottobre 2014 - 07:54

Una tragedia che forse si poteva evitare. Una donna è stata uccisa dal compagno, strangolata in casa, in un palazzo di via della Commenda – zona Porta Romana – al termine dell’ennesimo litigio. Solo due mesi fa era scampata dalla mano omicida del fidanzato grazie all’intervento dei vicini di casa.

Ma oggi invece non ce l’ha fatta. Entrambi 42enni, erano conosciuti dai vicini per le numerosi liti, i lanci di bottiglie, le botte. Lei, Sonia Trimboli, originaria dei Navigli, lui, Gianluca Gerardo Maggioncalda, figlio di un orologiaio di Porta Romana. L’uomo ha confessato il delitto davanti agli uomini della Squadra Mobile e al pm Giancarla Serafini che coordina le indagini.

Secondo una prima ricostruzione, il quarantaduenne, che lavora nell’orologeria di famiglia e abita in una mansarda sopra all’appartamento dei genitori, dove è avvenuto il delitto, ha raccontato che, dopo aver aggredito la fidanzata Sonia, è sceso dal padre e dalla madre, invitandoli a salire per controllare come si sentiva la donna, e poi si è allontanato.

Per ucciderla avrebbe usato un elastico porta pacchi per auto con il quale teneva uniti due letti singoli per trasformarli in un matrimoniale. Alla base del gesto ci sarebbero motivi di gelosia. L’uomo poi sconvolto è uscito di casa e ha fatto un giro in bicicletta.

Il padre è andato nella mansarda, trovando la donna già cadavere. L’uomo, poi fermato in piazza Sant’Ambrogio dalla polizia, dopo essere uscito di casa ha ricevuto una telefonata da parte della madre, che l’ha avvisato che la fidanzata era morta. Prima Gianluca Gerardo Maggioncalda sotto choc aveva chiamato un amico, raccontagli cosa aveva fatto e chiedendogli: “E ora che faccio?”.

Una telefonata che il reo confesso ha poi detto – nel lungo interrogatorio terminato alle 3 di questa mattina – di non ricordare ma che ha sconvolto l’amico che ha raccolto il suo sfogo telefonico tanto che, dopo aver detto al quarantaduenne di stare calmo, ha chiamato la polizia.

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