Cattedrale “vietata” per il figlio del boss Graviano | La Curia: “Riceva la Cresima in un’altra chiesa”

di Redazione

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Cattedrale “vietata” per il figlio del boss Graviano | La Curia: “Riceva la Cresima in un’altra chiesa”

| sabato 22 Novembre 2014 - 11:51

Niente cresima in Cattedrale, a Palermo, per il figlio del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. L’altolà è arrivato dal cardinale Paolo Romeo.

Graviano è stato condannato all’ergastolo per avere fatto uccidere padre Pino Puglisi, ora beato per il suo martirio, le cui spoglie sono custodite proprio all’interno della Cattedrale, dove oggi si celebrano le cresime dei 49 alunni del Centro educativo Ignaziano (Cei), ma del gruppo non farà parte il figlio del boss.

Motivi di opportunità dunque, come riportano alcuni quotidiani locali. La Curia non ha negato la cresima al ragazzo di 17 anni, che probabilmente riceverà il sacramento in forma privata, ma ha voluto evitare polemiche, dopo quelle suscitate lo scorso settembre per il matrimonio della nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro celebrato nella Cappella Palatina, gestita proprio dalla Curia e che si trova all’interno di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana.

Sulla vicenda interviene anche Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro di Brancaccio, fondato dal Beato Pino Puglisi. Secondo Artale “Questa non è la Chiesa dell’ accoglienza che predica Papa Francesco, bisogna anche avere il coraggio di fare certe scelte e questo ragazzo è stato discriminato”. “Vorrei ricordare l’episodio di Corrado – dice – un bambino di Brancaccio che era costretto dal padre a rubare. Padre Puglisi non dava colpe ai ragazzi, sapeva quanto erano condizionati dall’ambiente, senza mai sottrarre significato alla legge e alle regole, ma non ha mai negato a ragazzi come Corrado, ad esempio, il diritto di ricevere la comunione”. Per Artale “se si voleva evitare davvero la strumentalizzazione del caso, allora sarebbe stato più sensato officiare la cresima con tutti i ragazzi del corso in un’altra parrocchia”. “Non si può chiedere a un figlio di rinnegare il padre – conclude -, ma gli si può chiedere di rinnegare quello che il padre ha fatto. E, magari, pronunciare in un’occasione pubblica come quella un’omelia contro la mafia, lodando la scelta di cambiamento del giovane”.

“I figli non portano le colpe dei padri e la Chiesa non ha negato mai i sacramenti ai figli che non hanno responsabilità” piuttosto si tratta di una decisione presa “non soltanto per tutelare la memoria di don Pino Puglisi, ma per la delicatezza di chi si trova in questa situazione”. A dirlo è il cardinale Paolo Romeo, intervistato da alcune emittenti private. “Il sacramento – ha aggiunto il presule – lo si darà, ma non con il clamore della stampa. Oggi hanno scritto articoli perché non è stato autorizzata la cresima in Cattedrale, nel caso opposto avrebbero scritto gli stessi articoli dicendo che la Chiesa era in connubio con la mafia”.

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