“I Dieci Comandamenti” di Roberto Benigni: tra religione e Mafia Capitale

di Redazione

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“I Dieci Comandamenti” di Roberto Benigni: tra religione e Mafia Capitale

| martedì 16 Dicembre 2014 - 10:26

Si apre con un esplicito riferimento a Mafia Capitale il format di Roberto Benigni de “I dieci comandamenti”, il programma-evento sul fulcro del Vecchio Testamento la cui prima parte è andata in onda ieri sera su Rai uno.

“Politici e imprenditori violano i dieci comandamenti. Non sapevano forse che stavo arrivando. Per andare in onda oggi, abbiamo chiesto i permessi a tutti, alla Rai, alla questura e anche alla Banda della Magliana. È tutto in regola”, dice il comico toscano.

“Stanno arrestando tutti, abbiamo faticato anche a trovare gente che poteva venire qui…”. Poi sdrammatizza subito: “Però Roma è la più bella città del mondo. Ora, poi, con tutti gli addobbi natalizi. Le decorazioni sono tantissime – ha aggiunto – specialmente quelle bianche e blu lampeggianti che hanno messo sopra le macchine per farle vedere meglio, con quei suoni, come tante cornamuse. In Campidoglio è pieno”.

Poi parla di libertà, speranza, amore: un travolgente monologo di quasi due ore, con tuffi in argomenti di attualità: “Finiamola di parlare della cronaca. Altrimenti, siamo venuti qui per parlare della Bibbia e finisce che parliamo di Rebibbia”. I dieci comandamenti, invece, parlano dei nostri sentimenti: “La religione ce l’abbiamo radicata dentro: nemmeno certi preti, certi cardinali, sono riusciti a sradicarla”.

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