È morto Talus Taylor, creatore dei Barbapapà

di Lucia Argiroffi

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È morto Talus Taylor, creatore dei Barbapapà

| lunedì 02 Marzo 2015 - 12:48

È morto a Parigi all’età di 82 anni il creatore dei Barbapapà. La scomparsa risale al 19 febbraio scorso ma solo oggi la notizia è stata pubblicata dal quotidiano parigino «Le Figaro».

I Barbapapà sono considerati tra i primi fumetti con un messaggio ecologista e animalista.

Sono nati nel maggio del 1970 dalla mente e dalla fantasia di Talus Taylor e della moglie Annette Tison, architetto e designer francese. All’epoca Talus Tyler era professore di matematica e biologia. Nel jardin du Luxembourg di Parigi, la coppia stava passeggiando quando Taylor sentì un bambino chiedere a gran voce ai genitori qualcosa che si chiamava «baa baa baa baa», ovvero il «barbe à papa» (letteralmente: la barba del papà, il nome francese per lo zucchero filato). Poco dopo, la coppia si trovò in un ristorante a disegnare sulla tovaglia un personaggio dal colore rosa e rotondo ispirato alla leccornia.

La serie a fumetti è stata pubblicata prima in Francia e in seguito tradotta in oltre 30 lingue, raccolta in decine di albi e libri. La successiva serie animata di Barbapapà (45 episodi da 5 minuti ciascuno) fu interamente realizzata in Giappone nel 1974.
Il successo è arrivato quasi subito: merito, anche, dei valori di tolleranza, amore e rispetto incarnati dalla famiglia dei Barbapapà.

La gestazione del fumetto fu comunque complessa. Quando Annette e Talus fecero vedere i primi disegni alla nipotina, lei iniziò a interpretarli a modo suo. Ed è allora che Barbapapà divenne capace di trasformarsi in animale o oggetto che più gli serviva per risolvere una situazione.

Barbapapà e Barbamamma hanno una coloratissima famiglia composta da sette barbabebé, ognuno con una particolarità: Barbabella (viola), Barbaforte (rosso), Barbalalla (verde), Barbabarba (nero e peloso), Barbottina (arancione), Barbazoo (giallo), Barbabravo (blu). Barbapapà, a forma di pera dal curioso colore rosa, nasce spuntando dal sottosuolo del giardino di una normale casa di provincia. La trasformazione è sempre accompagnata dalla frase che diventerà il vero e proprio tormentone della serie: «Resta di stucco, è un barbatrucco»!

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