Torna libera dopo 24 anni la “Circe della Versilia” | Insieme all’amante uccise il marito nel 1989

di Redazione

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Torna libera dopo 24 anni la “Circe della Versilia” | Insieme all’amante uccise il marito nel 1989

| mercoledì 01 Aprile 2015 - 16:43

La “Circe della Versilia”, al secolo Maria Luigia Redoli, 76 anni, potrà usufruire della libertà condizionale dopo 24 anni di carcere. La decisione è del tribunale di sorveglianza di Milano: la donna era rinchiusa nel carcere lombardo di Opera. La donna, che nel frattempo si è risposata, nei prossimi cinque anni non potrà allontanarsi dal suo domicilio nella provincia pavese dalle 23 alle 6 del mattino.

La “Circe” era stata condannata per l’omicidio del marito Luciano Iacopi, avvenuto a Forte dei Marmi la notte del 17 luglio 1989. Con lei era finito in manette l’amante Carlo Cappelletti. L’agente immobiliare venne trovato morto con 17 coltellate: ad avvisare le forze dell’ordine fu la stessa Redoli dopo essere rientrata a casa con i figli Tamara, allora 18 anni, e Diego, 14.

Le indagini si concentrarono subito sul carabiniere Carlo Cappelletti, all’epoca 23enne, che confessò essere amante di Maria Luigia Redoli 50 anni: entrambi furono ritenuti i responsabili del delitto. Intricata la vicenda giudiziaria: assoluzione in primo grado a Lucca, ergast0lo in appello, poi confermato anche dalla Cassazione. Al momento dell’arresto, nel settembre del 1991, Cappelletti sparò verso i suoi ex colleghi carabinieri quando lo andarono a prelevare nella sua casa.

Secondo l’avvocato Alessandro Maneffa, che ha assistito la Redoli nella sua richiesta di libertà, la signora “si è sempre professata innocente ed ha continuato a farlo anche dopo la sentenza definitiva e le perizie”. Nell’ordinanza si sottolinea la “positiva evoluzione interiore maturata dalla Redoli nel corso dei lunghi anni di carcerazione ed il suo impegno profuso nell’attività lavorativa in carcere e di volontariato”.

La donna, infatti, usciva dall’istituto penitenziario al mattino per rientrare la sera per prestare volontariato con una cooperativa di Cesano Boscone che assiste disabili psichici. Tra i motivi a sostegno della richiesta anche l’età, il fatto che il marito, conosciuto nel 2009, che ogni mattina l’accompagnava in auto dal carcere alla cooperativa e viceversa, guidando per 150 chilometri al giorno.

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