Dieci anni fa la morte di Karol Wojtyla | Giovanni Paolo II, il Papa diventato santo

di Stanislao Lauricina

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Dieci anni fa la morte di Karol Wojtyla | Giovanni Paolo II, il Papa diventato santo

| giovedì 02 Aprile 2015 - 09:33

Tre immagini, più delle altre, si legano al ricordo di Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II: quella della sua presentazione davanti ai fedeli, dalla finestra della basilica di san Pietro, il 16 ottobre del 1978 e il suo “se sbaglio mi corrigerete”; quelle, terribili, dell’attentato nella stessa piazza, i colpi esplosi da Ali Agca, il 13 maggio del 1981, e, infine, quelle dolorose dell’annuncio della sua morte: “Carissimi fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre…”.

Era il 2 aprile del 2005, esattamente dieci anni fa; la fine di un papato lunghissimo, 27 anni, fatto di una catena di tantissime altre immagini significative e fondamentali nella storia della Chiesa. Come il monito ai mafiosi, sulla spianata dei templi, il 3 agosto 2007 a Agrigento: “Pentitevi, verrà un giorno il giudizio di Dio”.

Un Papa alieno all’iconografia classica, amante dello sport, il pontefice amato dai giovani, per i quali istituì, nel 1985 la Giornata mondiale della gioventù, con milioni di ragazzi, i ‘papa boys’ a riempire le piazze in tutto il mondo.

Fu apostolo in tutto il mondo, coi suoi 104 viaggi per portare ovunque la voce di Cristo “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura!”, e il suo amore, particolare, per Maria, la madre i Gesù: “Ti rinnovo, per le mani di Maria, Madre amata, il dono di me stesso, del presente e del futuro: tutto si compia secondo la tua volontà perché possiamo con Te procedere sicuri, verso la casa del Padre. Amen!”.

Un pellegrinaggio, nel mondo contro i vizi della società moderna, contro gli eccessi del capitalismo e le brutalità del totalitarismo comunista, che contribuì a abbattere. “Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro”, disse. “Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”.

Fu l’artefice del dialogo tra le religioni; il 27 ottobre 1986 organizzò ad Assisi una giornata di incontro tra le grandi religioni, indetta da Giovanni Paolo II.

Ventisette anni ricchi di episodi legati da un filo comune, la riscoperta del valore evangelico della missione della Chiesa cattolica, che Karol Wojtyla seppe rappresentare in un modo indelebile nella memoria e nel cuore dei fedeli.

Quindi, la malattia e la volontà ferrea di proseguire la sua missione fino all’ultimo, di portare la ‘sua’croce fino alla fine, nonostante le sempre più evidenti difficoltà a muoversi, a parlare.

L’ultima apparizione in pubblico avvenne il 30 marzo del 2005, ma il Papa non riusciva a farsi capire e non nascose un moto di stizza; il 2 aprile successivo, era un sabato, l’annuncio della morte ai settantamila fedeli radunati tra le colonne del Bernini. Immediato si levò l’invocazione “Santo subito”, che la Chiesa ha ascoltato.

Il 1° maggio 2011 è stato proclamato Beato dal suo successore, Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, e il 27 aprile 2014 il nuovo Papa, Francesco, comunica al mondo la sua santificazione.

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