La Juve festeggia “in sordina”, Allegri: “Sono orgoglioso, adesso testa al Real”

di Riccardo Bagarella

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La Juve festeggia “in sordina”, Allegri: “Sono orgoglioso, adesso testa al Real”

| sabato 02 Maggio 2015 - 20:11

Serata magica per la Juventus, che al ‘Ferraris’ di Genova vince per 1-0 contro la Sampdoria e mette in cassaforte il quarto scudetto consecutivo con quattro giornate d’anticipo sul termine del campionato.

Tanto entusiasmo tra i bianconeri per la vittoria del titolo, il primo a parlare è Leonardo Bonucci: “É impressionante la bellezza di questo scudetto, perché siamo partiti in mezzo al caos, in mezzo a un addio che poteva far male, e invece ci siamo messi subito con la testa giusta a pedalare dal primo giorno di ritiro per aiutare anche il nuovo mister Allegri”.

Testa già alla Champions: “Abbiamo raggiunto il primo dei nostri tre obiettivi – precisa Bonucci – adesso godiamoci questa vittoria ma stasera quando arriveremo a Torino dovremo pensare subito alla sfida che ci aspetta martedì: vogliamo continuare a sognare e rendere questa stagione indimenticabile”.

Per il difensore bianconero, uno scudetto dal sapore diverso, perché “abbiamo cominciato in un clima di tempesta, siamo arrivati con un nuovo allenatore e nessuno se l’aspettava: bravi noi ad aiutare il mister e bravo ed intelligente lui a calarsi subito nella mentalità della Juventus, adottando un modulo che ci dava sicurezza, per poi trasformarci in una squadra che gioca un calcio bellissimo e che cerca sempre di impostare la partita sul possesso palla”.

Un risultato raggiunto con il contributo di tutti: “Il merito va all’allenatore e allo staff – dichiara Bonucci – ma soprattutto a questi grandi compagni. Voglio dedicare questo scudetto ai nostri tifosi, perché sono l’anima di questa Juventus: ci aiutano e ci trascinano sempre”.

Dopo i festeggiamenti tra campo e, soprattutto, spogliatoio, la parola passa all’allenatore, Massimiliano Allegri. Ai microfoni di Sky, il tecnico ha ricordato quanto difficile sia stato l’impatto con la panchina bianconera: “Quei giorni sono stati buoni, perché avevo solo cinque o sei giocatori e abbiamo perso duecentodue a uno l’amichevole al debutto – scherza – non si partì granché bene”.

“Sono entrato in uno spogliatoio pieno di campioni che hanno vinto tanto – continua il tecnico – ma i ragazzi si sono subito messi a disposizione. Abbiamo cominciato a lavorare cercando di non stravolgere il gran lavoro fatto nei tre anni precedenti, provando solamente a cambiare qualcosa. I ragazzi mi hanno seguito, ed è grazie alle loro qualità morali, oltreché quelle sportive, che siamo riusciti a vincere questo scudetto”.

La stagione, però, non è ancora finita: “Stiamo disputando un’ottima annata, ma c’è ancora un campionato da finire. Questo scudetto è un orgoglio per me e per il mio staff: voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato in questo percorso, a partire dalla società per arrivare ai giocatori e ai miei collaboratori. Oggi abbiamo vinto il campionato dopo una prestazione davvero buona, e siamo contenti soprattutto di questo”.

Il tecnico livornese ha scandito le tappe che hanno portato al successo la sua squadra: “Credevamo nello scudetto sin dall’inizio, poi all’interno del campionato possono capitare dei passaggi a vuoto, ma in quei momenti è necessario non perdere certezze e mantenere l’equilibrio”. La vittoria di Napoli è stato un passaggio fondamentale: “Lì abbiamo dato una grande prova di forza e carattere, mostrando quanta voglia avessimo di ottenere un risultato importante”.

Martedì sarà il giorno di Juventus-Real Madrid, una partita che da sola può valere l’intera stagione: “Dovremo essere più bravi di oggi: avremo di fronte una squadra e dei giocatori straordinari ai quali non puoi concedere niente, quindi dovremo fare una gran fase difensiva ed essere abili nel possesso palla, cercando di sfruttare le occasioni che ci concederanno”.

Giocare il match d’andata allo ‘Stadium’ sarà un vantaggio, ma fino a un certo punto: “É una partita che si gioca in 180 minuti – sentenzia Allegri – quindi non è vero che il passaggio si gioca a Torino. Dovremo essere molto bravi, penso che questa squadra abbia la consapevolezza di poter arrivare in finale: non importa quante possibilità abbiamo, ciò che più conta è scendere in campo sapendo cosa dobbiamo fare e consci che troveremo una squadra pronta a far male in qualsiasi momento”.

Una festa, quella della Juve, alla quale non poteva mancare Gigi Buffon. Il capitano bianconero è al sesto scudetto con la maglia della Vecchia Signora: “É una grande soddisfazione, non ci si stufa mai dei successi, anzi, più si invecchia e più ti gratificano, perché chiaramente potrebbero essere gli ultimi”.

Festeggiamenti ‘contenuti’, la testa è già al Real: “Dieci minuti c’erano consentiti – scherza Buffon – anche perché il pensiero del Real pulsava da parecchi giorni. Siamo contenti, volevamo chiudere il discorso scudetto per concentrarci anima e corpo su questa sfida per non rischiare di avere dei rimpianti”.

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