Juve, Pirlo pensa all’addio: “Se vincessimo la Champions potrei salutare”

di Riccardo Bagarella

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Juve, Pirlo pensa all’addio: “Se vincessimo la Champions potrei salutare”

| lunedì 04 Maggio 2015 - 10:36

Andrea Pirlo potrebbe presto dire addio alla Juve. Un’eventualità che prenderebbe forma in caso la squadra di Max Allegri riuscisse a vincere la Champions: a quel punto, il regista bresciano potrebbe salutare il club di Andrea Agnelli per cercare fortuna altrove: “Andrei all’estero perché ho ancora voglia di giocare – rivela lo stesso Pirlo – Ma ribadisco, solo se dovessimo vincere la Champions… e adesso la Champions non l’abbiamo vinta”..

La vittoria della più prestigiosa competizione europea è un sogno a portata di mano: “Abbiamo conquistato con merito questa semifinale. Adesso dobbiamo provare a conquistare la finale. Le avversarie sono abituate e hanno grandi giocatori, ma noi abbiamo grande convinzione. L’Atletico, l’anno scorso, ha sfiorato la vittoria. Noi possiamo provare a ripetere quell’impresa, magari riuscendo ad alzare la coppa. Se finisse così sarebbe il coronamento di un sogno per me e per tutti”, le parole del play bianconero.

Tra la finale di Berlino e la sua Juventus c’è il Real Madrid di Carlo Ancelotti, un allenatore con cui Pirlo ha condiviso tanti successi ai tempi del Milan: “Ancelotti per me è stato come un padre – ammette il numero 21 bianconero – Abbiamo trascorso tanti anni insieme e, oltretutto, ha cambiato il mio ruolo assegnandomi quello che è ancora mio. Abbiamo condiviso tante vittorie e tanti momenti importanti. Sarà sempre importantissimo per me”.

Pirlo ne è certo, qualcosa è cambiato quest’anno, adesso la sua Juve è più pronta e può giocarsela sino in fondo per la qualificazione all’ultimo atto della competizione: “Nei 3 anni di Conte alla Juve mancava qualcosa – sostiene – adesso siamo pronti. Quando abbiamo iniziato la stagione ci siamo guardati negli occhi, e in tutti c’era la voglia di chiarire all’esterno quanto fosse forte il nostro gruppo. Volevamo dimostrare di essere campioni veri e allo stesso tempo c’era il desiderio di dare ragione alla società anche sulla scelta del tecnico”.

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