Veronica Panarello resta in carcere | La Cassazione rigetta il ricorso della difesa

di Redazione

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Veronica Panarello resta in carcere | La Cassazione rigetta il ricorso della difesa

| venerdì 29 Maggio 2015 - 22:21

Veronica Panarello, la donna accusata di avere ucciso e gettato in un canalone il 29 novembre 2104, a Santa Croce Camerina, nel Ragusano, il figlio Loris di 8 anni, deve restare in carcere. Lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di cassazione, rigettando il ricorso della difesa. Secondo i legali della ventiseienne,  occorreva rivalutare la necessità della custodia cautelare della giovane madre, confermata dal tribunale del riesame di Catania con l’ordinanza del 3 gennaio scorso.

“Prendiamo atto della decisione – ha commentato l’avvocato Francesco Villardita – e aspettiamo le motivazioni. Battaglieremo al processo che è la fase in cui si ristabiliscono gli equilibri tra accusa e difesa”.

Contro il ricorso della difesa si era pronunciato nell’udienza a porte chiuse il sostituto procuratore generale Antonio Gialanella. Come riferito dallo stesso legale, il pg nella sua requisitoria ha spiegato che gli elementi probatori della difesa non cambiano il quadro e che una rilettura andrà fatta in sede dibattimentale.

“Non ci avviliamo”, ha affermato comunque Villardita, “perché ci muoviamo in una fase cautelare dove ad essere valutati sono indizi e non prove”.

Nel ricorso, articolato in 21 motivi, la difesa contestava l’assenza di un movente per il delitto, l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e l’illogicità manifesta dell’ordinanza del riesame. L’atto veniva sottolineato tra l’altro che il riesame “non ha superato con rigore scientifico il tema dell’orario della morte di Loris”, che per la difesa non sarebbe tra le 9 e le 10 come dichiara la perizia medico-legale della Procura, ma più tardi, quando la donna ha un alibi: è al corso di cucina al castello di Donnafugata.

La difesa contesta anche gli esiti degli esami delle immagini delle telecamere di sicurezza. Inoltre, secondo Villardita il fatto che l’auto di Veronica si dirigesse verso il canalone dove il bimbo è stato trovato “non può essere considerato un grave indizio di colpevolezza”, tale da giustificare la custodia in carcere per la donna.

Veronica Panarello è stata prelevata da casa sua l’8 dicembre scorso e ascoltata per ore dagli inquirenti, che quindi ne hanno disposto il fermo. Il perno dell’accusa, sostenuta dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota sono le presunte ‘bugie’ della mamma di Loris. Dice di avere accompagnato il figlio a scuola, ma le immagini dei sistemi di videosorveglianza, in un paese da ‘Grande fratello’ non inquadrano la sua auto vicino all’istituto Falcone-Borsellino. Altri elementi sono le fascette di plastica consegnate alle maestre, compatibili con il legaccio usato per strangolare il bambino. Ricostruzioni che hanno retto al vaglio del Gip, che ha convalidato il fermo il 12 dicembre, e del Tribunale del riesame. Sulle quali la Cassazione non ha rilevato vizi di motivazione.

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