Ciclismo, la denuncia di Assocorridori: “Bici a motore, vogliamo vederci chiaro”

di Redazione

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Ciclismo, la denuncia di Assocorridori: “Bici a motore, vogliamo vederci chiaro”

| martedì 30 Giugno 2015 - 11:17

L’Assocorridori (Accpi) è pronto a prendere seri provvedimenti “in seguito ai numerosi articoli apparsi sulla stampa riguardanti la problematica dei ‘motorini’ “, decidendo di sporgere denuncia contro ignoti. A promuovere l’iniziativa è lo stesso presidente dell’Accpi, Cristian Salvato, che ha dalla sua anche l’appoggio di Gianni Bugno, numero 1 del sindacato internazionale di categoria (Cpa).

La decisione, si legge in una nota dell’associazione, “è stata assunta per fugare ogni dubbio”. Salvato spiega che l’eventualità di un uso inappropriato e vietato della tecnologia “preoccupa gli stessi corridori, impegnati in prima persona a fare il vuoto attorno a chi ancora oggi pensa di vincere barando”.

“Essendo plausibile una frode sportiva – prosegue – l’Assocorridori denuncia il problema affinché si indaghi per verificare se effettivamente in gruppo c’è chi si sta assumendo questo grave rischio o meno. Nonostante la discussione sull’utilizzo di bici a motore in gare della massima categoria mi sembra fantascienza, le tante voci con cui mi sono confrontato anche durante il recente Giro d’Italia mi hanno spinto a muovermi in questo senso”.

Il presidente dell’Assocorridori vuole vederci chiaro: “Come associazione non crediamo che qualcuno stia usando effettivamente questi fantomatici motorini, ruote magiche, movimenti centrali o mozzi che possono aiutare la prestazione, ma per evitare sospetti i corridori hanno deciso di passare al contrattacco. Noi per primi ci stiamo dando da fare per trovare qualsiasi scorrettezza e smascherarla”, assicura.

Il numero uno dell’Accpi rivolge poi un invito a “chiunque sappia qualcosa ad aiutarci nella nostra ricerca della verità. C’è bisogno di chiarezza per evitare sterili polemiche – sottolinea – Bisogna stabilire quanto prima se in corsa c’è chi tenta di fare il ‘furbo’ e mettere a tacere definitivamente questa polemica che danneggia l’intero movimento ciclistico. C’è chi ancora si ostina a pensare e volere un ciclismo omertoso e buio, ma l’aria è cambiata, sono per primi i corridori a chiedere che venga scoperto e allontanato il cretino di turno che insiste nel delinquere”, conclude.

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