Scuola, l’attacco dei vescovi alla Cassazione | “Così si limita la libertà sull’educazione”

di Redazione

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Scuola, l’attacco dei vescovi alla Cassazione | “Così si limita la libertà sull’educazione”

| sabato 25 Luglio 2015 - 15:07

“Pericolosa e ideologica”, così i vescovi hanno definito la sentenza della Cassazione che ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell‘Ici da parte del Comune di Livorno alle scuole gestite da enti religiosi. La decisione limiterebbe gravemente “la garanzia di libertà sull’educazione”, sottolineano i vescovi.

Dura le reazione del segretario generale della Conferenza episcopale Nunzio Galantino: “Un milione e 300mila studenti frequentano le scuole paritarie. Per questi istituti lo Stato stanzia 520 milioni di euro ma ne risparmia 6 miliardi e mezzo. E poi, aggiunge, non si parla solo di scuole cattoliche. Non ci si accorge del servizio che svolgono le scuole pubbliche paritarie”.

Insomma, per Galantino, questa sentenza è dettata da motivi ideologici: “Se ci sono realtà della Chiesa cattolica che non pagano le tasse, vengano denunciate. Ma sentenze come questa sono puramente ideologiche”. Un concetto in parte ripreso dal ministro all’Istruzione Stefania Giannini secondo la quale sul tema “ci sarebbe da riflettere”.

I giudici dicono che c’è un trattamento diverso – ha detto il ministro del governo Renzi – tra pubbliche e paritarie perché sono istituzioni diverse. Penso che forse ci sia una riflessione da fare. In regioni come il Veneto, senza paritarie, Stato e Regione si troverebbero in enormi difficoltà economiche e strutturali.

I dati veneti, ha ribadito la Giannini, evidenziano come “il 67% della educazione infantile e della scuola primaria è coperta dalle scuole paritarie”. A margine della firma nel Palazzo della Regione della Valle d’Aosta di un’intesa relativa alla riforma scolastica, la Giannini ha poi aggiunto: “Il nostro provvedimento non interviene sulle questioni delle amministrazioni locali e le scuole”.

Un parere sulla sentenza della Cassazione? “Interviene su un altro principio, dal mio punto di vista assai più fondante, quello della libertà di scelta educativa, con una, per carità, simbolica, diciamo, possibilità di riconoscimento alle famiglie che o scelgono o sono talvolta anche obbligate a scegliere”.

“Il tema delle scuole paritarie dal mio punto di vista – continua – va affrontato in un quadro anch’esso europeo di riferimento. L’Italia l’ha fatto 15 anni fa: ‘La Repubblica italiana è dotata di un sistema nazionale pubblico, statale e non statale. Un sistema integrato dell’istruzione, un sistema che lo Stato si impegna ovviamente con modalità differenti, a far sviluppare e non declinare'”.

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