“La Libia si svegli e si unisca alla lotta contro l’Isis” | Così Italia, Usa, GB, Francia, Germania e Spagna

di Redazione

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“La Libia si svegli e si unisca alla lotta contro l’Isis” | Così Italia, Usa, GB, Francia, Germania e Spagna

| lunedì 17 Agosto 2015 - 12:25

Reagire alla barbarie dell’Isis, subito. Questo in estrema sintesi il contenuto dell’appello lanciato dai governi di Italia, Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti “a tutte le fazioni libiche che desiderano un Paese unificato e in pace”. L’intenzione è quella di creare un “governo di concordia nazionale”.

“In cooperazione con la comunità internazionale, il governo può garantire la sicurezza al Paese contro i gruppi di estremisti violenti che cercano di destabilizzarlo”. Occhi puntati, ovviamente, sulla condizione di Sirte vittima di “atti barbarici”. “Siamo profondamente preoccupati – si legge nel testo – dalle notizie dei bombardamenti indiscriminati su quartieri della città.

Nelle scorse ore la notizia di un raid delle milizie islamiche contro l’ospedale cittadino: “Si tratta di atti di violenza commessi al fine di terrorizzare gli abitanti“. Secondo quanto hanno riferito fonti locali, inoltre, dodici combattenti sarebbero stati decapitati e poi crocifissi dall’Isis.

Ecco perché “combattere la minaccia posta da gruppi terroristici transnazionali che sfruttano la Libia per i loro scopi”. Frasi che seguono le richieste formulate dal governo libico di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, che aveva chiesto alla Lega araba di intervenire per bombardare l’Is in occasione dell’incontro del Cairo.

Per segretario generale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon: “Non esiste una soluzione militare al conflitto politico in Libia, e rimaniamo preoccupati per la situazione economica e umanitaria che peggiora giorno dopo giorno”. “Siamo pronti a sostenere la messa in pratica di questo accordo politico – prosegue – affinché le nuove istituzioni nazionali possano funzionare efficacemente”.

Per il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni: “l’emergenza migranti in Italia non è una catastrofe improvvisa bensì un fenomeno che sarà permanente per i prossimi 10, 15 anni. La sfida va affrontata a viso aperto. Non possiamo cambiare la geografia e nemmeno infangare la nostra storia di paese civile”.

“Chi invoca una chiara identità di sinistra per il Pd la cerchi su questo terreno, piuttosto che sulle preferenze o sul modo di eleggere i senatori – ha aggiunto Gentiloni a La Stampa – Il messaggio della Chiesa? Merita rispetto. Un governo deve gestire e regolare l’accoglienza e non può solo dire venite e sarete accolti”.

Insomma, in Libia per Gentiloni: “O si chiude in poche settimane o ci troveremo con un’altra Somalia. Senza intesa dovremo reagire in un modo diverso, non si tratterebbe di stabilizzare il paese ma di contenere il terrorismo”.

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