Lotta all’Aids, nelle cellule c’è un’arma naturale | La scoperta è dell’Università di Trento

di Gaetano Ferraro

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Lotta all’Aids, nelle cellule c’è un’arma naturale | La scoperta è dell’Università di Trento

| giovedì 01 Ottobre 2015 - 10:30

Sono passati già 35 anni da quando i ricercatori hanno isolato il virus responsabile dell’Aids che ha causato circa 39 milioni di vittime in tutto il mondo. Le ricerche intanto vanno avanti anche se non esiste ancora una cura efficace. In questi giorni però uno studio tutto italiano sta riaccendendo la speranza nella battaglia contro il virus dell’Hiv.

Lo studio è condotto da Massimo Pizzato e dal suo gruppo di ricerca presso il Centro per la biologia integrata dell’università di Trento. I ricercatori hanno scoperto che esiste nelle cellule un inibitore naturale molto forte dell’infezione; il suo nome è Serinc5 e sarebbe in grado di neutralizzare l’Hiv.

La ricerca ha fino ad ora permesso di capire che la forza infettiva del virus dell’Hiv dipende da un suo componente, il “Nef”, che agisce permettendo al virus di eludere proprio l’attività antivirale di Serinc5, rendendolo così estremamente aggressivo.

“Quando una cellula è infettata dall’Hiv inizia, a produrre nuovo virus necessario per disseminare l’infezione a tutto l’organismo – afferma Pizzato – Serinc5 è situato sulla superficie delle cellule e attende che il virus esca da queste per inserirsi al suo interno e renderlo incapace di infettare nuove cellule. L’infezione così non si può propagare.

“Tuttavia, nella continua guerra ingaggiata con le cellule, i virus hanno compiuto un passo in più vincendo per ora la battaglia. Infatti, con la sua proteina Nef – prosegue – l’Hiv ha acquisito la capacità di rimuovere Serinc5 dalla superficie della cellula eludendo la sua azione antivirale”.

Una nuova prospettiva si apre dunque nella lotta al virus dell’Hiv. La scoperta fa venire fuori il tallone d’Achille del virus ed i ricercatori stanno già lavorando per rendere ‘invisibile’ all’Hiv il Serinc5 e quindi per generare una difesa che il virus non possa più eludere.

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