Omicidio Cocò, svolta nelle indagini: 2 arresti | Sono i presunti autori del brutale omicidio

di Redazione

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Omicidio Cocò, svolta nelle indagini: 2 arresti | Sono i presunti autori del brutale omicidio

| lunedì 12 Ottobre 2015 - 08:26

Importante svolta nelle indagini sull’omicidio del piccolo Cocò Campolongo. I due presunti autori del brutale assassinio sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e da quelli del comando provinciale di Cosenza che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro.

Cocò fu ucciso a soli tre anni e bruciato in auto a Cassano allo Jonio insieme al nonno Giuseppe Iannicelli, 52 anni, e alla compagna Ibtissam Touss, di 27 anni, il 16 gennaio 2014. I loro cadaveri furono trovati carbonizzati all’interno di un’autovettura. Le indagini accertarono che i tre furono uccisi con diversi colpi di pistola quindi bruciati.

Il 26 gennaio 2014, dieci giorni l’omicidio, Papa Francesco rivolse a Cocò un pensiero e una preghiera in occasione dell’Angelus in piazza San Pietro: “Chi ha ucciso un bambino così piccolo con un accanimento senza precedenti nella storia della criminalità, si penta e si converta”. Il Pontefice qualche mese dopo incontrò anche il padre del bimbo, detenuto in carcere.

Secondo quanto riferiscono i carabinieri, Cocò veniva usato dal nonno come scudo protettivo per dissuadere i suoi nemici dal compiere agguati nei suoi confronti. L’agguato, intoltre, sarebbe da collegare a contrasti per la spartizione dei proventi del traffico della droga. Iannicelli, infatti, avrebbe tentato di assumere un ruolo autonomo e per questo motivo sarebbe stato ucciso.

“Vorrei esprimere la gratitudine mia e del governo agli inquirenti, alle forze dell’ordine e a tutti i servitori dello Stato che hanno raccolto gravi indizi su killer e mandanti del terribile omicidio del piccolo Cocò, il bimbo di 3 anni ucciso e poi bruciato a Cassano allo Jonio”, ha scritto il premier Matteo Renzi su Facebook.

Un plauso alle forze dell’ordine che però non basta a placare il dolore: “Niente potrà sanare il dolore per l’accaduto, ma sono e siamo orgogliosi delle italiane e degli italiani che ogni giorno combattono contro la criminalità e per la giustizia: grazie”. Su Twitter Renzi ha poi scritto:

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