La confessione dell’omicidio Tartari | Lasciato morire di stenti in un casolare

di Redazione

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La confessione dell’omicidio Tartari | Lasciato morire di stenti in un casolare

| martedì 01 Dicembre 2015 - 13:07

Pier Luigi Tartari, 73 anni, sarebbe stato abbandonato al proprio destino e sarebbe morto in un casolare diroccato. È la confessione di Ivan Pajdek conosciuto come Huber Sandor, considerato il “capo” della banda che il 9 settembre 2015 ad Aguscello (Ferrara) organizzò la rapina e il sequestro dell’anziano, picchiato, rapito e abbandonato nel rudere vicino a Fondo Reno, dove è stato trovato morto all’alba del 26 settembre. Quella di Pajdek/Huber era l’unica versione dei fatti che mancava ancora all’appello. Al cittadino croato, che ha varie identità, è attribuito il ruolo di leader del terzetto che deve rispondere, tra i vari reati contestati, di omicidio volontario.

L’interrogatorio a Pajdek è stato effettuato dopo essere stato estradato dalla Slovacchia. Il malvivente ha così aggiunto la sua ricostruzione a quella già agli atti degli altri due complici del delitto: Patrik Ruszo e Constantin Fiti.

Dopo aver rapinato, ferito ed immobilizzato l’anziano i tre malviventi lo avrebbero trasportato ancora vivo all’interno di alcuni capannoni abbandonati, e lì lo hanno abbandonato. Il giorno dopo i tre hanno fatto shopping in negozi e supermercati. Tartari sarebbe stato abbandonato ancora vivo e sarebbe morto di stenti. Tutti rischiano l’ergastolo. “Il mio assistito – ha dichiarato l’avvocato Borgia – ha deciso di rispondere a tutte le domande e assumersi le sue responsabilità”.

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