Operazione antiterrorismo: quattro arresti | La Digos: “Siamo intervenuti in tempo”

di Redazione

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Operazione antiterrorismo: quattro arresti | La Digos: “Siamo intervenuti in tempo”

| martedì 01 Dicembre 2015 - 07:36

Una importante operazione antiterrorismo è stata condotta dalla Polizia in Italia. L’indagine denominata “Van Damme” è stata condotta dagli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, l’Antiterrorismo italiano, e da quelli della Digos di Brescia.

Gli agenti hanno eseguito alcuni arresti e diverse perquisizioni nei confronti di cittadini kosovari accusati di apologia di terrorismo e istigazione all’odio razziale. Il blitz, in collaborazione con le autorità kosovare, è scattato contemporaneamente in alcune città italiane e in Kosovo.

Quello che è considerato la ‘mente’ del gruppo, Imishiti Samet, un cittadino kosovaro che ha vissuto diverso tempo in Italia, è stato arrestato in Kosovo dalle autorità di quel paese, mentre gli altri tre sono stati arrestati in Italia, dove vivevano da tempo. Contestualmente agli arresti, gli investigatori hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia.

La base italiana di Samet era in un appartamento a Chiari, nel Bresciano, dove è stato trovato il fratello dell’uomo, Imishiti Ismail: espulso. Rintracciato poi in provincia di Savona un cittadino di origine kosovara, anch’egli espulso. Mentre per un macedone residente a Vicenza il Procuratore nazionale antimafia ha disposto la sorveglianza speciale con il ritiro del passaporto.

Gli investigatori hanno ricostruito contatti e organigramma di una presunta organizzazione terroristica che, anche attraverso l’uso della rete e dei social network, propagandava l’ideologia jihadista. “Parigi a lutto, la torre senza luci, 158 morti: questo è solo l’inizio”, si legge in uno dei tanti messaggi postati in Facebook da Imishiti.

“Oh miscredenti capirete che l’Islam non si combatte, è inutile. I leoni vi hanno lasciato un messaggio e o, ma voi avete scherzato con i loro messaggi e avete continuato a bombardare e allora questo è il risultato” si legge ancora. 

E c’erano anche minacce nei confronti del Papa nelle chat degli indagati per terrorismo nell’ambito dell’operazione condotta dagli agenti della Digos. Nelle chat, spiegano gli investigatori, si annunciavano “visite dai parte dei terroristi dello Stato Islamico”. Gli investigatori hanno trovato frasi come “questo sarà l’ultimo Papa”.

Uno dei componenti del gruppo di presunti terroristi, arrestato in Kosovo, aveva espressamente minacciato su Facebook l’ex ambasciatore Usa in Kosovo, Tracy Ann Jacobson. “L’ebrea americana dice che il nuovo governo combatterà la corruzione… io dico a questa signora che finché loro saranno in Kosovo non esisterà la giustizia. Questa miscredente merita la punizione con la sharia”

Il questore di Brescia Carmine Esposito, intervenuto ad Agorà su Raitre, ha spiegato: “Nelle dimore perquisite in Kosovo nell’ambito dell’operazione sono state trovate armi. Si tratta di profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente Stato islamico“, ha detto Esposito.

Siamo intervenuti in una fase di propaganda e apologia prima che potessero esserci problemi sul territorio – ha detto il dirigente della Digos di Brescia Giovanni De Stavola – Le armi trovate in Kosovo dimostrano che potevano entrare in azione“.

Soddisfatto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “È la conferma che il nostro sistema di prevenzione e di sicurezza sta funzionando. Un’altra importante operazione dell’Antiterrorismo della polizia di Stato ha sradicato una cellula jihadista che operava tra l’Italia e i Balcani e che usava principalmente la Rete per diffondere messaggi di violenza”.

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