Sicilia e Sardegna, l’Ue riconosce l’insularità | Cicu (Ppe): “Più risorse e diritti per le due isole”

di Redazione

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Sicilia e Sardegna, l’Ue riconosce l’insularità | Cicu (Ppe): “Più risorse e diritti per le due isole”

| giovedì 04 Febbraio 2016 - 14:44

Il Parlamento europeo ha riconosciuto la “condizione di insularità” per la Sicilia e la Sardegna. La risoluzione, proposta dall’europarlamentare del Ppe Salvatore Cicu e sostenuta da Michela Giuffrida (Socialisti e democratici), da Verdi, Sinistra Unitaria e Cinquestelle, è stata votata con 495 voti a favore su 693 votanti.

Per Cicu, “è un voto storico per Sicilia e Sardegna che vedono finalmente per la prima volta rappresentata la vertenza insularità a livello europeo. Adesso le condizioni di svantaggio in cui le due regioni versano, sono un dato concreto che si tradurrà in nuove risorse, più opportunità, più diritti. Grazie alla decisione votata a larga maggioranza si potranno facilmente superare gli ostacoli normativi posti dal regime di libera concorrenza rispetto al principio della continuità territoriale: il sistema dei trasporti di Sicilia e Sardegna, per esempio, potrà finalmente godere dei benefici economici necessari per colmare un oggettivo gap geografico, senza incorrere nei divieti Ue”.

Salvatore Cicu ha scritto al commissario alle Politiche regionali, Corinna Cretu, chiedendo un incontro per accendere i riflettori su Sicilia e Sardegna e per varare politiche concrete in favore delle due isole. “Le compagnie low cost scappano dalle isole – ha dichiarato l’europarlamentare – e con esse anche le multinazionali. Questo significa la mancanza di una continuità territoriale, ma significa anche la mancanza di una possibilità di concorrenza rispetto al prezzo dell’energia. Le isole non possono, con le loro piccole e medie imprese, raggiungere il processo di internazionalizzazione che servirebbe per accrescere la loro competitività, perché vivono un contesto strategicamente abbandonato. Per questo credo che sia fondamentale capire che, quando si parla di trasporto merci e persone, si debba prendere atto dell’esistenza di un monopolio delle compagnie. E quando si parla di sistema turistico, oggi non esiste una politica di destagionalizzazione. Tutto ciò significa che le isole non hanno finanziamenti dedicati”.

Secondo Cicu, “i regolamenti di cui oggi l’Europa parla sono deboli e sono sicuramente da rivedere, da valutare e da rafforzare. Occorre allora rivedere gli obiettivi strategici che la Commissione dedica ai territori insulari, predisponendo un impegno più forte rispetto al quadro strategico della futura programmazione”. “Si parta dunque – dichiara Cicu – dall’articolo 174 che c’è, esiste, e riconoscerebbe dei diritti importanti, ancora oggi inapplicati. Ora mi aspetto che Crocetta, Pigliaru e Renzi possano raccogliere la mia sollecitazione inviata in questi giorni dando un segnale ad una battaglia che richiama la coesione di tutti”.

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