Marchini presenta il suo programma | “Non celebrerò le unioni gay”

di Costanza Spitaleri

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Marchini presenta il suo programma | “Non celebrerò le unioni gay”

| martedì 10 Maggio 2016 - 16:43

È una R0ma “smart” quella sognata dal candidato sindaco Alfio Marchini. L’aspirante primo cittadino ha illustrato alcuni punti del suo programma in occasione del forum organizzato dall’Ansa. A suscitare le reazioni più forti, però, sono state le sue dichiarazioni a proposito delle Unioni Civili.

“Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni“, ha detto Marchini prendendo quindi immediatamente le distanze dalle precedenti scelte della giunta Marino.

La Capitale “di Marchini” sarà rivoluzionata dalla tecnologia. Allo studio un sistema di posta certificata per poter pagare le multe celermente e semplificare la vita dei cittadini, ma anche ai semafori intelligenti (ispirati a quelli di Singapore) e ad uno studio dei flussi che porterebbe ad una diminuzione delle auto del 30%. Inoltre viene proposto il telelavoro anche per i dipendenti comunali.

E nel programma del candidato sindaco del centrodestra si pensa anche agli animali. dalla creazione di un cimitero comunale, all’eliminazione delle botticelle (i famosi carri romani trainati dai cavalli) definite “anacronistiche”.

Chi viene, rom o non, deve stare 6 mesi, deve trovare un lavoro, altrimenti non può stare. E soprattutto vanno rispettate le nostre tradizioni: libertà non significa rinunciare alle proprie tradizioni”, aggiunge poi Marchini parlando di immigrazione. La sua proposta è di dare una possibilità a tutti coloro che desiderino provare a vivere in Italia ponendo però un limite di tempo e chiedendo maggiore controllo agli stessi islamici.

Infine ribadisce il bisogno di “essere pragmatici” per quanto riguarda la questione fiscale del Vaticano. Marchini ha auspicato infatti l’apertura di quei luoghi abbandonati e chiusi in varie parti di Roma affinché possano essere messi a disposizione dei cittadini per iniziative sociali, ma ribadisce anche che il Vaticano dovrebbe pagare l’Imu per le strutture che ospitano i pellegrini ma non sono adibiti a luoghi di culto.

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