Il governo vuole mettere mano alle pensioni minime. Lo ha detto ai microfoni di “Repubblica tv” il premier Matteo Renzi che ha parlato del primo confronto governo-sindacati in merito alle pensioni.  “Credo che sia stato un incontro interlocutorio ma importante: le pensioni minime sono troppo basse e valutiamo interventi”.

“Il punto è semplice: non tocchiamo nessun tipo di pensione, non ci sono ipotesi di interventi sulle pensioni di reversibilità ma la vera scommessa è capire se nell’ambito della Fornero possiamo dare a chi è rimasto un po’ schiacciato tra incudine e martello un anticipo pensionistico, cioè l’Ape – prosegue Renzi – per poter andare in pensione non come prima ma neanche in base all’esito della riforma. Ne discutiamo perché chi va in pensione prima deve rinunciare a qualcosa, i tempi sono quelli della legge di stabilità, cioè i prossimi 3-4 mesi“.

In merito al tema del mercato del lavoro ha aggiunto: “Il merito degli incentivi è al 50% del pacchetto anche perché gli incentivi li avevano fatti anche quelli di prima, ma non avevano funzionato. La realtà dice che con il Jobs Act c’è stato un aumento dei posti di lavoro, certo non basta da solo, ma è la più grande operazione di lotta al precariato mai fatta da sinistra. Capisco che non tutto il sindacato sia d’accordo ma è la verità dei fatti, dà diritti in più a chi non ne aveva. Non c’è cosa più di sinistra del Jobs act”.

Escluso un intervento dell’esercito in Libia: “La storia dei 5mila soldati è una notizia giornalistica che spero sia stata finalmente archiviata. Noi non interveniamo con il nostro esercito a meno di una richiesta generale e con la condivisione di Al Serraj”.