Roma, colpo ai vertici del clan Fasciani | Sequestrato un patrimonio da 20 milioni

di Redazione

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Roma, colpo ai vertici del clan Fasciani | Sequestrato un patrimonio da 20 milioni

| venerdì 24 Giugno 2016 - 12:36

Colpo grosso dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma nei confronti di elementi di vertice del noto gruppo criminale Fasciani. È stato eseguito un sequestro per un valore complessivo di stima pari a circa 20 milioni di Euro. Le indagini economico-patrimoniali sono state eseguite nei confronti dei fratelli Carmine e Terenzio Fasciani, tuttora detenuti.

“Le investigazioni – spiegano le Fiamme gialle in una nota – hanno tratto spunto dal patrimonio informativo acquisito in due importanti operazioni , eseguite in precedenza sul territorio di Ostia nei confronti del medesimo gruppo delinquenziale, denominate ‘Nuova alba’ (della Polizia di Stato nel luglio 2013) e ‘Tramonto’ (della Guardia di Finanza nel febbraio 2014)”.

“Più nel dettaglio – si legge nella nota della Gdf -, all’esito di mirate investigazioni economico-patrimoniali espletate applicando la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione, è stato accertato come i due abbiano progressivamente inquinato l’economia legale lidense, attraverso la costituzione e acquisizione di svariate società operanti in diversi settori”.

In alcuni casi, si è assistito a vere e proprie joint-venture tra i fratelli Fasciani e, sino ad oggi, poco conosciuti imprenditori lidensi, che hanno tentato di camuffare l’illecito patrimonio illecitamente accumulato, come peraltro già emerso nella richiamata operazione di polizia denominata ‘Tramonto’.

Obiettivo del clan è stato quello di investire in attività (quali la ristorazione e la gestione di stabilimenti balneari e discoteche) che meglio e più velocemente si prestavano al reimpiego dei proventi illeciti: in tale quadro, hanno acquisito numerose realtà imprenditoriali, alcune di recente costituzione, strumentali al mantenimento economico ed una grave egemonia criminale”.

“L’utilizzo di prestanome nelle società è stata una manovra di schermatura, al fine di celare l’effettiva riconducibilità delle attività imprenditoriali a i due fratelli. I Fasciani hanno dato, altresì, prova di possedere elevate ‘capacità imprenditoriali e societarie’”, aggiungono le Fiamme Gialle.

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