Terrorismo, espulso un 25enne pakistano | Alfano: “Elogiava gli attentati dell’Isis”

di Redazione

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Terrorismo, espulso un 25enne pakistano | Alfano: “Elogiava gli attentati dell’Isis”

| lunedì 01 Agosto 2016 - 12:40

Un pakistano di 25 anni, residente in italia da 13 anni, è stato raggiunto da un ordine di espulsione emesso dal ministro dell’Interno Angelino Alfano perchè ritenuto responsabile di atteggiamenti favorevoli al terrorismo islamico.

L’uomo lavorava come magazziniere in un negozio di articoli sportivi a Vaprio d’Adda (Milano). Secondo gli inquirenti del Ros si tratterebbe di un “aspirante combattente”, che avrebbe già prestato giuramento di sottomissione al Califfato. Sembra che a mettere a nudo le sue attitudini siano stati diversi post su Facebook nei quali giustificava gli attentati degli scorsi mesi.

Aveva più volte affermato la sua appartenenza ideologica a Isis – ha spiegato il ministro Alfano -, elogiando gli efferati gesti compiuti dai terroristi jihadisti, e il suo comportamento era stato ritenuto particolarmente pericoloso perché, oltre a rispondere a un profilo di radicalizzato, tratteggiava una persona molto attiva su internet, in piena linea con lo schema di violenza diffuso da Isis via web, impegnato nel proselitismo nei confronti persino di sua moglie, convinto, in modo esaltato, di volere raggiungere i principali teatri del conflitto per offrire il proprio contributo come combattente, pronto a un atto di martirio in nome della jihad”.

“In quest’ottica – continua il ministro dell’Interno – rientra anche la sua esaltazione per gli attentati terroristici di Parigi, considerati la giusta e inevitabile risposta agli attacchi militari dei francesi e della coalizione anti-Isis nell’area siro-irachena e, infine, la sua dichiarata conoscenza del modo per reperire i materiali necessari alla costruzione di ordigni esplosivi”.

Alfano parla poi della sua preoccupazione per gli imam islamici, proponendo un’integrazione con la cultura italiana: “Stiamo lavorando per creare un nuovo modello di imam, che possiamo definire un ‘imam italiano’ – ha detto -. Nelle moschee vogliamo che a predicare siano imam formati alla cultura italiana e consapevoli delle nostre regole giuridiche, così che le guide islamiche abbiano una formazione culturale italiana, mentre adesso si sono tutte formate al di là del Mediterraneo e quindi hanno valori diversi dai nostri e talvolta inclinazioni radicali”.

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