Imporre ai figli la dieta vegana è reato: proposta di legge di FI

di Egidio Villa

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Imporre ai figli la dieta vegana è reato: proposta di legge di FI

| lunedì 08 Agosto 2016 - 14:47

Carcere per i genitori che impongono ai figli un’alimentazione troppo restrittiva. La dieta vegana fa sempre discutere e gli ultimi casi che si sono registrati un po’ in tutta Italia di genitori che la impongono ai propri figli, a volte anche neonati, sono approdati pure in Parlamento.

La deputata di Fi Elvira Savino, ha presentato una proposta di legge, che vuole impedire ai genitori di imporre ai figli un’alimentazione troppo restrittiva.

“Ormai da anni e, in modo particolare, nell’ultimo decennio – scrive la Savino nella premessa alla pdl – si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell’individuo”.

“Nulla v’è da obiettare se chi sceglie questo stile alimentare è un adulto, consapevole e capace di auto determinarsi comprendendo le conseguenze delle proprie azioni e – continua – assumendone la responsabilità. Il problema sorge, tuttavia, quando a essere coinvolti sono i minori”.

La Savino precisa che per adolescenti e bambini l’alimentazione vegana o vegetariana, “è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3″.

La Savino partendo dall’assunto che la Costituzione impone ai genitori di mantenere i figli e di tutelarne la salute vuole introdurre una “disposizione penale speciale” con la modifica dell’articolo 572 del codice penale che punisce con la reclusione fino a un anno chiunque “impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso”.

Se dal fatto “deriva al minore una malattia o una lesione personale permanente, la pena è della reclusione da due anni e sei mesi a quattro anni” e se infine ne consegue la morte “la pena è della reclusione da quattro a sei anni”. Le pene vengono aumentate di dodici mesi qualora le condotte ivi sanzionate siano adottate nei confronti di minori di anni tre.

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