Aleppo, attesa per la tregua umanitaria | La Russia: “Aspettiamo l’ok dell’Onu”

di Redazione

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Aleppo, attesa per la tregua umanitaria | La Russia: “Aspettiamo l’ok dell’Onu”

| martedì 23 Agosto 2016 - 13:47

Bisognerà attendere l’ok del rappresentante delle Nazioni Unite Staffan de Mistura per la prima tregua umanitaria di 48 ore ad Aleppo e per la consegna dei carichi umanitari.

A dichiararlo è stato il vice ministro della Difesa russo Anatoly Antonov: “Insieme alle autorità siriane, siamo pronti a condurre le operazioni di soccorso alla popolazione della città”, ha aggiunto. L’Onu aveva lanciato l’allarme per una “catastrofe senza precedenti” nella città siriana, da mesi teatro del conflitto tra forze governative e ribelli.

Questa, invece, il commento in tarda serata di Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato americano: “Stiamo continuando la discussione e continuiamo a fare progressi. L’accordo non c’è ancora, ma non siamo lontani”.

Nel frattempo, un accordo per il cessate il fuoco in Siria è stato raggiunto ad Hasakah, nel nord-est del Paese. A riferirlo è l’agenzia governativa locale Sana e lo Ypg curdo: dopo giorni di combattimento fra forze governative e miliziani, vi sarà uno scambio fra prigionieri e i copri delle vittime e la riapertura della strada verso Qamishli.

I numeri del dramma sono scioccanti: quasi duemila civili uccisi in quattro mesi, circa 300mila persone assediate senza accesso a cibo, acqua e medicine.

“Aleppo è diventato il centro dell’orrore nella guerra siriana”, aveva dichiarato il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari Umanitari, Stephen O’Brien, chiedendo a tutte le parti coinvolte nel conflitto garanzie sulla sicurezza per portare aiuti umanitari nella città.

“I piani sono pronti, ma abbiamo bisogno di un accordo tra tutte le parti che ci permetta di fare il nostro lavoro”, aveva ribadito O’Brien accogliendo con favore il sostegno di Mosca a una tregua di 48 ore, ma insistendo che “non è sufficiente“.

“Ogni pausa nei combattimenti deve anche includere chiare garanzie di sicurezza da tutte le parti del conflitto”, ha aggiunto il rappresentante delle Nazioni Unite.

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