Di Pietro deve risarcire Occhetto e Chiesa | “Incassò 2,7 mln di rimborsi elettorali non suoi”

di Redazione

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Di Pietro deve risarcire Occhetto e Chiesa | “Incassò 2,7 mln di rimborsi elettorali non suoi”

| mercoledì 28 Settembre 2016 - 09:27

Guai in arrivo per l’ex leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Un decreto di ingiunzione di pagamento nei sui confronti è stato emesso dal tribunale di Roma. La quota è di 2 milioni e 694mila euro e riguarda i rimborsi elettorali che non arrivarono al gruppo di Achille Occhetto e Giulietto Chiesa, allora alleati con Di Pietro, per la campagna alle Europee del 2004.

Di Pietro, tramite una nota, fa sapere di non dovere “nemmeno un euro: carta canta“. Condannando anche i media per l’uso improprio dell’accezione “condannato”, l’ex pm di Mani pulite ha assicurato di possedere tutte le documentazioni che lo scagionerebbero dalle accuse di Occhetto e Chiesa.

L’avvocato Francesco Paola, che seguito il ricorso e ha tutelato gli interessi di Occhetto e Chiesa, ha spiegato che i fondi dovranno esser “congelati” e poi ha aggiunto: “È stata alterata l’arena politica e oggi lo si può dire in modo netto”. Si contesta la presunta duplicazione dell’Italia dei valori in due soggetti distinti, il partito Idv e l`associazione Italia dei valori.

Quest’ultima si sarebbe sostituita al partito nell’incasso dei rimborsi elettorali. All’epoca, infatti, i quasi 5 milioni di rimborsi furono incassati dall’associazione Italia dei Valori, composta da Antonio Di Pietro, dalla moglie Susanna Mazzoleni e dalla tesoriera Silvana Mura.

La Camera avrebbe quindi girato quei finanziamenti a un soggetto giuridico che non aveva alcun titolo per incassarli, secondo l’accusa, poiché non era né un partito né un movimento politico. “A prescindere dalle dinamiche interne tra politici – ha spiegato ancora l’avvocato – questa vicenda mette in evidenza la scandalosa noncuranza dell’ufficio di presidenza della Camera”.

Paola accusa la Camera di non aver fatto nessun controllo e di aver pregiudicato inevitabilmente i naturali equilibri politici. “Se quei soldi fossero arrivati nelle mani giuste, oggi il gruppo di Giulietto Chiesa sarebbe sicuramente in Parlamento“. Da qui l’intenzione di chiedere i danni alla Camera “come ente pagatore di fondi erogati indebitamente”, ha concluso.

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