Higuain e i suoi “fratelli”, traditori e non: quando i grandi ex affrontano il proprio passato

di Andrea Zito

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Higuain e i suoi “fratelli”, traditori e non: quando i grandi ex affrontano il proprio passato

| venerdì 28 Ottobre 2016 - 16:33

Gli occhi saranno tutti su di lui. Parliamo di Gonzalo Higuain, che dopo 3 anni in maglia Napoli e un intrigo di mercato che ha destato scalpore, domani sfiderà i partenopei per la prima volta da avversario, da giocatore della Juventus.

Eppure non è la prima volta che accade e a Torino sanno già di che si tratta: il primo fu Altafini (proprio dal Napoli alla Juventus nel 1972), poi nel 1991 fece scalpore l’addio di Roberto Baggio alla Fiorentina per passare alla tanto “odiata” maglia bianconera, con il divino Codino riaccolto dai fischi dell’Artemio Franchi il 7 aprile 1991. Quei fischi si trasformarono in applausi: la Juventus vinse 1-0, ma lui si rifiutò di battere il rigore decisivo e tornano din panchina raccolse una sciarpa viola, la sciarpa dei suoi ex tifosi.

Un legame speciale con la Fiorentina anche quello di Gabriel Batistuta: dopo 9 anni in maglia viola, anche lui lascia Firenze per approdare alla Roma dove vincerà lo scudetto del 2001. Proprio in quell’annata (il 26 novembre, alla prima sfida da ex) Batistuta decise Roma – Fiorentina con un gol in sforbiciata (da molti considerato tra i più belli della sua carriera). Un gol per il quale lui pianse: non per la bellezza, ma perché in cuor suo, alla “sua” Viola, avrebbe sperato di non dover mai segnare.

Non una sciarpa, ma una testa di maiale fu quella che venne scagliata al “traditore” Luis Figo il 23 novembre del 2002: il portoghese era già tornato al Camp Nou diverse volte da giocatore del Real (dopo 249 presenze in 5 anni in maglia blaugrana all 1995 al 2000) e già tante bottigliette, arance e ortaggi vari erano stati scagliati in campo contro di lui. Ma quella sera, fra le miriadi di oggetti scagliate durante i calci d’angolo, vi furono anche una testa di maiale e palline da golf: lui si rese conto (scioccato) di quanto accaduto solo a fine partita.

E che dire di Ronaldo, il Fenomeno: venerato all’Inter, lasciata dopo tanti infortuni e lo psicodramma del 5 maggio 2002, per poi tornare a Milano sponda rossonera e segnare alla sua ex squadra con tanto di esultanza beffarda ai propri ex tifosi. E se Higuain domani segnasse al Napoli, come si comporterà?

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