Davos, Padoan attacca l’Ue e la Bce | “Il problema dell’Europa è l’Europa”

di Redazione

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Davos, Padoan attacca l’Ue e la Bce | “Il problema dell’Europa è l’Europa”

| mercoledì 18 Gennaio 2017 - 12:07

“Il problema dell’Europa è l’Europa. I nostri problemi nascono a Bruxelles e, talvolta, a Francoforte”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al World Economic Forum di Davos. “Dobbiamo rovesciare completamente le politiche perché ora si stanno dando i giusti argomenti per convincere che il populismo ha ragione”, ha aggiunto.

L’insoddisfazione, la disillusione per il futuro e la delusione per le prospettive da parte della classe media “vengono espresse dicendo no a qualsiasi cosa i leader politici suggeriscano” e in queste condizioni “individuare delle soluzioni è più difficile che dire no”.

“È il segno di una crisi che richiede il ripensamento della leadership – aggiunge Padoan – I policy makers devono avere la visione necessaria per attivare gli attori dell’economia, tuttavia specialmente in Europa manca quella visione e questa è la sfida che Brexit e Trump ci lanciano. Mi dispiace essere pessimista, ma è così”.

Padoan poi sottolinea: “Dobbiamo prendere il populismo seriamente, anche perché quelli che lo votano, in molti casi, sono brave persone, preoccupate sul futuro dei loro ragazzi, sull’educazione, sulla sicurezza. E vanno presi molto seriamente. Le soluzioni sono complicate e ci vuole tempo per risolvere i problemi“.

“Il Paese – ha continuato il ministro Padoan – sta proseguendo le sue riforme strutturali ma i media, dopo l’approvazione dei provvedimenti del governo, stanno trascurando la parte cruciale dell’applicazione, l’unica che fa veramente la differenza in termini di risultati e di successiva ricaduta politica”.

Una cosa bella delle riforme strutturali “è che hanno un aspetto relativo agli affari pubblici, quando la riforma viene votata e incassa i titoli dei giornali. Ma il giorno dopo inizia il duro lavoro, perché bisogna attuarle le riforme e ovviamente gli organi d’informazione, scusatemi, non sono interessati nell’attuazione che è ciò che fa la differenza e che, con un ritardo temporale, forse di pochi anni, saranno auspicabilmente riconosciute in termini di sostegno politico”.

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