Orge in canonica, il vescovo usa il pugno duro | Possibile sospensione “a divinis” per don Contin

di Redazione

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Orge in canonica, il vescovo usa il pugno duro | Possibile sospensione “a divinis” per don Contin

| giovedì 02 Febbraio 2017 - 17:31

Don Contin, il parroco di Padova accusato di aver organizzato orge in canonica, potrebbe presto essere colpito da importanti sanzioni disciplinari. Il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ha infatti aperto una procedura per la sospensione a divinis del parroco.

“Sono incredulo e sofferente, ma sto agendo perché anche se alla fine di questa vicenda non ci fosse rilevanza penale, canonicamente siamo in dovere di prendere provvedimenti disciplinari – spiega il vescovo – Questi fatti rendono don Contin non idoneo ad esercitare la sua missione“.

Cipolla prosegue: “Abbiamo visto ampliarsi a dismisura la vicenda. Nei mesi di dicembre e gennaio è esplosa anche se come Chiesa avevamo già fatto dei passi in precedenza. Abbiamo ricevuto delle segnalazioni inizialmente anonime perché creavano disagio a chi si dichiarava”.

“In questo caso diventa infatti fondamentale tutelare la riservatezza e verificare l’attendibilità – ha sottolineato il vescovo – per appurare le responsabilità personali. Un atto scritto e autografato è arrivato a fine maggio e un altro a metà ottobre. Da qui è partita l’indagine del tribunale ecclesiastico ed è stato consigliato alle persone che si sono rivolte a noi di rivolgersi alla magistratura direttamente”.

Monsignor Cipolla annuncia le prossime mosse: “Per far fronte a questa situazione ho messo a disposizione del tribunale ecclesiastico più risorse per velocizzare le indagini preliminari e affrontare eventuali altri casi. Nell’arco di qualche settimana istituirò una commissione indipendente per l’ascolto di osservazioni o denunce contro religiosi e operatori pastorali in genere e sarà attivata una linea telefonica e una mail dedicata attraverso la quale sarà possibile prendere degli appuntamenti personali”.

“Ma come sempre se si tratta di reati con possibili rilievi penali invitiamo tutti a rivolgersi direttamente alla magistratura – conclude il vescovo di Padova – La Chiesa non possiede gli strumenti idonei per intervenire in fatti penalmente rilevanti, noi possiamo dare il coraggio a chi fosse incerto“.

 

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