Caso Scazzi, la Cassazione conferma le condanne |Ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano

di Redazione

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Caso Scazzi, la Cassazione conferma le condanne |Ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano

| martedì 21 Febbraio 2017 - 10:22

Ergastolo per Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione confermando la sentenza di primo e secondo grado per la morte di Sarah Scazzi, avvenuta ad Avetrana il 26 agosto 2010.

Nel confermare gli ergastoli, è stato ridotto l’isolamento diurno per Cosima e Sabrina, escludendo l’aggravante del numero di persone in concorso per la soppressione del cadavere.

La I sezione penale della Cassazione ha anche confermato la condanna a otto anni per Michele Misseri per la soppressione del cadavere della ragazza e inquinamento delle prove. La Corte ha poi ritoccato al ribasso di un anno la pena per il fratello di Michele, Carmine Misseri, riducendola a quattro anni e 11 mesi.

Sono stati condannati anche Vito Russo junior a un anno e quattro mesi e Giuseppe Nigro a un anno e quattro mesi.

“Sarah ha ricevuto giustizia”, sono queste le prime parole del fratello della giovane vittima, Claudio Scazzi, che ha definito la sentenza “equilibrata, giunta dopo un lavoro durato tanti anni, di persone fortemente motivate”. “Mamma è stata informata – ha poi detto -, condivide questo mio pensiero”.

LA VICENDA

Sarah venne trovata senza vita in una cisterna d’acqua nelle campagne circostanti Avetrana, in provincia di Taranto. Il 26 agosto del 2010 aveva un appuntamento per andare al mare con un’amica, ma non si presentò. Dopo un mese di ricerche, fu lo zio Michele a confessare che il 6 ottobre uccise la quindicenne e nascose il cadavere in un pozzo.

Il suo racconto, però, venne modificato qualche giorno dopo, quando l’uomo chiamò in causa la figlia Sabrina. In questi anni Michele Misseri, nel corso del processo, è più volte tornato ad autoaccusarsi, ma, secondo gli inquirenti, il suo è stato sempre solo un tentativo di proteggere moglie e figlia da una pesante condanna.

Le due donne si sono sempre professate innocenti ma la Corte d’assise di Taranto prima e la Corte d’assise d’appello le condannò al carcere.

Sono sei i ricorsi che la Cassazione dovrà esaminare contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Taranto il 27 luglio del 2015; oltre a quelli presentati dalle difese di Cosima Serrano, di Sabrina e Michele Misseri (condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove), la Corte sta vagliando i ricorsi di Carmine Misseri, fratello di Michele, condannato in secondo grado a 5 anni e 11 mesi per concorso in soppressione di cadavere, di Vito Russo junior, ex legale di Sabrina Misseri, e di Giuseppe Nigro (condannati entrambi a un anno e 4 mesi per favoreggiamento personale).

Sabrina Misseri (in carcere a Taranto dal 15 ottobre del 2010) è accusata, assieme alla madre (sempre nel carcere di Taranto ma dal maggio 2011), di omicidio volontario premeditato aggravato, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

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