San Camillo, ordine dei medici: “Ritirate bando” |Ministero: “Medici obiettori sono circa il 70%”

di Redazione

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San Camillo, ordine dei medici: “Ritirate bando” |Ministero: “Medici obiettori sono circa il 70%”

| giovedì 23 Febbraio 2017 - 09:16

Il presidente dell’Ordine del medici di Roma, Giuseppe Lavra, chiede alla Regione Lazio di revocare “l’atto iniquo” dell’assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all’aborto. Lavra chiede che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la FNOMCEO, si pronunci sulla vicenda. “Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza – ha detto – ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto“.

All’indomani del bando del San Camillo di Roma, aperto a medici non obiettori, ecco scendere in campo anche il ministero della Salute, a tutela dei nuovi nascituri.

Dai dati in possesso al dicastero, si evince che i ginecologi obiettori, che non praticano l’interruzione volontaria di gravidanza (ivg) prevista dalla legge 194, in Italia, sono circa il 70%.

Si tratta di un dato stabile: erano infatti il 69.3% nel 2010 e 2011, il 69.6% nel 2012 e il 70% nel 2013. Sono diminuite in modo significativo nel corso degli anni anche le Igv: nel 1983 erano 233.976; nel 2013 sono più che dimezzate (102.760) e nel 2014 sono scese sotto a 97.535.

In 30 anni, quindi, le ivg sono calate di 131.216 unità, mentre i ginecologi non obiettori sono scesi di 117 unità.

Secondo il ministero, quindi, “il numero dei punti ivg appare più che adeguato rispetto al numero delle ivg effettuate”. La legge 194, inoltre, come rilevato dal ministero, ‘‘non prevede interventi di ivg in tutte le strutture ospedaliere e ogni regione ha autonomia organizzativa”.

Se da un lato sembrano essere dati positivi, dall’altro c’è chi li contesta come la Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194 (Laiga), che sostiene come l’Italia sia tra gli ultimi Paesi in Europa per tutela della salute delle donne che vogliono abortire con una media del 70% di ginecologi obiettori e otto regioni in cui tale percentuale oscilla tra l’80% e il 90%, come in Molise e Campania.

Ma bisogna anche tenere presenti che su questo dato influiscono altri fattori come il calo delle nascite e gli esami accurati fatti prima del concepimento.

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