Renzi: “Serve lavoro di cittadinanza, non reddito” | Speranza: “Il PD è imploso, lui lo ha distrutto”

di Redazione

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Renzi: “Serve lavoro di cittadinanza, non reddito” | Speranza: “Il PD è imploso, lui lo ha distrutto”

| domenica 26 Febbraio 2017 - 11:23

A poche ore dalla nascita di DP, “Democratici e progressisti”, parla Matteo Renzi protagonista di un lunga intervista al quotidiano Il Messaggero dopo il saio viaggio in California. “Sto girando e continuerò a farlo ora che mi sono dimesso da tutto sono un uomo libero”, ha affermato. Di tutt’altro tenore le dichiarazioni di Roberto Speranza che rassicura il governo e lancia bordate all’ex Segretario del PD: “Ha distrutto il partito”.

Sul fronte lavoro Renzi lancia la proposta: “L’innovazione va governata con il lavoro di cittadinanza: fermare la tecnologia è assurdo, ma è tempo di affrontare i costi della perdita di impiego. Dobbiamo rivoluzionare il nostro welfare e la risposta non è una rendita universale ma il lavoro di cittadinanza. Garantire uno stipendio a tutti non risponde all’articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità. Il reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione”

Sul fronte politico il giudizio è positivo, ma pesa sempre la confitta nel referendum: “Bene le riforme che abbiamo fatto nei tre anni di governo, ma ora occorre riflettere. Lo avremmo dovuto fare se avessimo vinto il referendum tanto più dopo che lo abbiamo perso. Rimane un’occasione mancata per il Paese. Web Tax? Dobbiamo intervenire, ma non possiamo farlo da soli, aspettiamo dall’Europa e dall’Ocse una proposta che possiamo condividere insieme senza creare nuovi squilibri”.

Di tutt’altro avvisto Roberto Speranza, alla prima uscita da esponente di spicco di “Democratici e progressisti” : “Ci ho creduto sino in fondo che si evitasse la rottura. Invece lui, Renzi, l’ha cercata e passerà alla storia come colui che ha spaccato il Pd. Renzi ha voluto raccontare un’Italia fuori dalla crisi mentre non era così. Se continui a dire che il lavoro c’è e poi 4 giovani su 10 sono senza lavoro, quei ragazzi ti seguiranno o percepiranno che sei più lontano.”.

Il co-fondatore di DP intende rassicurare il governo: “Noi faremo battaglie sociali, ma Gentiloni non deve aver paura di noi, mentre Renzi ha un atteggiamento ambiguo. La corsa verso il voto è un tentativo di rilegittimare la sua leadership indebolita.”.

Speranza aggiunge: “Il Pd è imploso in questi giorni e lui ha deciso di infischiarsene. Il viaggio in California? Una fuga. Oggi il quadro è cambiato, poche aziende grandissime, prevalentemente finanziarie, che portano lavoro fuori dagli Stati Uniti; una disoccupazione molto forte; diseguaglianze crescenti; è un modello un po’ variato, non attuale. Non è che il centrosinistra italiano va a imitare modelli di lettura della globalizzazione che non hanno funzionato”.

E sui linee guida per il futuro conclude: “Il problema oggi non è trovare i capigruppo, ma tornare a parlare agli elettori per dirgli che c’è una possibilità di riaprire il dialogo sui temi della sinistra. Il familismo è stato un errore di questa stagione. Lasciamo ad altri questo modo di fare. Io ho deciso di non candidarmi al congresso del Pd perché si tratterà solo di cercare un plebiscito per il capo, dopo quello del referendum che ha perso”.

Intanto è già scoppiata la prima grana per Democratici e Progressisti; i deputati PD Ferdinando Aiello ed Ernesto Carbone, e il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea affermano di aver già depositato alla Camera un nome e il simbolo “Democratici e progressisti”, il cui uso sarà negato a DP. “La lista Democratici e progressisti non è altra cosa rispetto al Pd come vorrebbero rivendicare Speranza e co., sognavano di nascere originali e invece si scoprirono copie”.

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