Lotti, il Senato non approva la mozione di sfiducia |Ministro: “Mi usano per colpire stagione politica”

di Redazione

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Lotti, il Senato non approva la mozione di sfiducia |Ministro: “Mi usano per colpire stagione politica”

| mercoledì 15 Marzo 2017 - 11:09

Il Senato non approva la mozione di sfiducia a Luca Lotti per il caso Consip. Su 219 presenti, 161 sono stati i contrari, 52 i favorevoli e 2 gli astenuti.

Il ministro, in Aula, prima del voto ha dichiarato di non aver “mai avvisato l’ingegner Marroni né nessun altro di un’indagine su Consip né gli ho mai passato alcune informazione di indagine. Mai. Sostenerlo significa incorrere nel reato di calunnia. Questa presunta rivela rivelazione non c’è mai stata”.

Lotti ha poi attaccato duramente il Movimento 5 Stelle. “Il garantismo ad intermittenza di chi un giorno difende i propri sindaci e un altro li scarica è profondamente ingiusta”, ha detto. “A chi ha presentato la mozione – ha continuato – dico che non accettiamo lezioni di moralità da un movimento fondato da un pregiudicato, che cambia opinioni in base agli equilibri interni. L’Italia ha bisogno di un confronto civile nel merito, non di demagogia”.

A “tormentare” il governo c’è la mozione presentata dal Mdp, il nuovo movimento con i fuoriusciti del Pdcon la quale si chiede di ritirare le deleghe al ministro fin quando non sarà chiarita la vicenda.

Se Bersani chiede “un passo di lato”, Speranza puntualizza: “Non parteciperemo al voto sulla mozione M5s”. Nel Pd Mirabelli parla di “mina contro il governo”. Più netto Emiliano che spinge per le dimissioni. Lotti interverrà prima del voto in Aula per respingere le accuse del M5S.

Il suo, secondo fonti Pd, sarà un intervento breve, chiaro e netto. Per ribadire che è “totalmente estraneo” alla vicenda Consip e soprattutto che non hanno alcun fondamento alcune delle “imputazioni” che i Cinque Stelle elencano nella loro mozione, in alcuni casi citando indiscrezioni di stampa.

Secondo i calcoli dei Dem, i “no” alla sfiducia dovrebbero essere tra i 148 e i 150, contro gli 86 sì dei Cinque Stelle. I voti contro la sfiducia potrebbero salire se i verdiniani di Ala decidessero di restare in Aula, ma tra i Dem c’è chi auspica che lascino l’emiciclo, per non dare l’impressione che il ministro venga aiutato da Verdini. Usciranno invece dall’Aula Forza Italia e i 14 bersaniani.

 

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