La lettera del giudice che non crede nello Stato | “D’ora in poi sarò armato”, l’Anm lo condanna

di Fabrizio Messina

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La lettera del giudice che non crede nello Stato | “D’ora in poi sarò armato”, l’Anm lo condanna

| sabato 25 Marzo 2017 - 11:56

Le dichiarazioni di un giudice di Treviso, Angelo Mascolo, ha sollevato un comprensibile polverone mediatico. “Lo Stato non c’è – ha detto pubblicamente Mascolo – d’ora in poi sarò armato”. Alla base della scelta del magistrato comunicata tramite una lettera pubblicata su alcuni quotidiani veneti, c’è un fatto di cronaca apparentemente normale.

Mascolo era alla guida della propria auto quando, dopo aver superato un’altra vettura, si è accorto che gli occupanti di questa avevano iniziato a inseguirlo, dando “colpi” di abbaglianti. Il giudice è riuscito a raggiungere una pattuglia di carabinieri, ai quali gli inseguitori hanno detto l’inseguimento era nato solo “per esprimere critiche” sul modo di guidare dell’uomo.

Se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi – ha detto Mascolo – che sarebbe successo se, senza l’intervento dei carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare?”.

“Se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi per eccesso di difesa o perché la vita umana è sacra e via discorrendo, da parte di miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente, ed è qui il grave errore, tenendo conto dei gravissimi stress di certi momenti“, ha aggiunto.

L’Anm del Veneto si è detta “sgomenta dinanzi alle esternazioni pubbliche del collega Mascolo. Se ne dissocia, riservandosi di interessarne il collegio dei probiviri per le valutazioni disciplinari”. “I magistrati veneti, a differenza del collega Mascolo – ha sottolineato l’Anm – credono profondamente nello Stato e si impegnano ogni giorno a difenderlo e a difendere tutti i cittadini senza ricorrere alla violenza o alle forme di vendetta e omicidio, che il collega richiama a sproposito e pare anzi auspicare. A risolvere il caso di Mascolo sono stati i carabinieri, che come tutte le forze dell’ordine, garantiscono con sacrificio la sicurezza dei cittadini”.

Di altro avviso il governatore Zaia, della Lega Nord: “La denuncia di Mascolo fotografa la realtà. Aggiungo che è urgente rivedere e ampliare al massimo il concetto di legittima difesa. I cardini della sicurezza di cui i cittadini hanno diritto sono legittima difesa senza tentennamenti, pene dure, pene certe e scontate fino all’ultimo giorno, forze dell’ordine messe nelle condizioni ottimali per fare il loro lavoro, che è combattere i delinquenti e difendere la brava gente“.

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