La pillola abortiva Ru486 si prenderà al consultorio: la sperimentazione parte nel Lazio

di Federica Raccuglia

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La pillola abortiva Ru486 si prenderà al consultorio: la sperimentazione parte nel Lazio

| mercoledì 05 Aprile 2017 - 10:41

Per la prima volta in Italia la pillola abortiva Ru486 verrà somministrata anche in consultorio. La sperimentazione partirà nel Lazio dalla prossima estate e durerà 18 mesi. La decisione di far abortire le donne fuori dal contesto ospedaliero fa parte del piano riorganizzativo della Sanità della Regione Lazio e ha scatenato i malumori della destra che grida alla violazione della legge 194.

Fino a oggi le donne hanno dovuto recarsi in ospedale per l’aborto farmacologico, un’opzione non chirurgica per interrompere la gravidanza entro la settima settimana. In pratica – dopo aver fatto tutte le analisi specifiche – la paziente assume due farmaci: il mifepristone per via orale e due giorni dopo la prostaglandina per via vaginale, che stimola ulteriormente le contrazioni uterine, provocando l’espulsione dei tessuti embrionali.

“L’obiettivo è quello di rendere l’accesso alla legge 194 il meno gravoso possibile per le donne – spiega a Repubblica Vincenzo Panella, direttore generale del dipartimento Salute e Politiche Sociali della regione Lazio – in un contesto come quello del consultorio dedicato interamente alla salute femminile, a cominciare dalla contraccezione”.

Nella regione Lazio verrano individuate quattro strutture – quelle più connesse agli ospedali – dove le pazienti potranno assumere la pillola abortiva. Panella spiega che in Francia si tratta già di una pratica ambulatoriale, mentre in Italia è ancora ospedaliera. “Lo spostamento nei consultori potrebbe allentare la pressione sugli ospedali, ma anche offrire alle donne un’assistenza multidisciplinare”.

Ad oggi l’aborto è ancora uno scoglio per tante donne. “L’obbligo di ricovero non è un fatto sanitario – spiega Anna Pompili, ginecologa, tra le ideatrici del progetto –  è un fatto ideologico e politico, per rendere l’aborto un percorso gravoso per le donne. Come se dovessero essere punite di qualcosa. Noi non vogliamo banalizzare la scelta, ma rendere il tutto più umano. E la Ru486 è una pratica ambulatoriale, non ospedaliera”.

“Dopo il concorso riservato ai medici non obiettori – scrive su Facebook Marta Bonafoni, consigliera regionale Mdp del Lazio Marta Bonafoni – la Giunta Zingaretti compie una nuova svolta che allinea il Lazio agli altri Paesi europei, dove l’aborto chimico è una pratica ambulatoriale. Una svolta attenta alle esigenze delle donne e all’efficienza della prestazione”.

Contraria Olimpia Tarzia, vice presidente della Commissione Cultura e presidente del Gruppo Lista Storace in Consiglio regionale del Lazio: “Tale fase sperimentale, che dovrebbe essere attivata nel prossimo mese di maggio, è del tutto illegittima, non potendo essere praticato l’aborto chimico nei consultori, ma solamente, oltre che negli ospedali, nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati”. L’onorevole ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere chiarimenti al presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

 

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