Caso Consip, Matteo Renzi passa al contrattacco | “Se c’è stata una falsificazione è una cosa grave”

di Redazione

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Caso Consip, Matteo Renzi passa al contrattacco | “Se c’è stata una falsificazione è una cosa grave”

| mercoledì 12 Aprile 2017 - 20:05

Basta buonismo, d’ora in poi Matteo Renzi non farà più la parte di chi sta “buono e zitto”. L’ex premier passa così al contrattacco dopo il caos sollevato dal caso Consip: “Io sono pronto a chiedere i danni. Andremo in tribunale e diremo le cose che dovremo dire”.

L’attacco di Renzi segue il duro confronto sulle intercettazioni falsificate sul padre Tiziano e riportate da alcuni organi di stampa: “Marco Travaglio avrebbe potuto chiedere scusa per aver scritto cose false, ma lo farà in tribunale”, ha assicurato l’ex segretario del Pd.

A “Otto e mezzo” Renzi ha spiegato che “una volta al giorno anche Travaglio può dire una cosa giusta”. “Travaglio talvolta fa ‘il Falso quotidiano‘ e io dei falsi non mi interesso. Deve chiedere scusa, lo farà in tribunale, il direttore del Fatto non deve scappare”, continua Renzi.

Ce n’è anche per il M5S: “Se vogliono attaccarmi giochino pulito, per il resto mi sono rivolto ad un avvocato per valutare querele perché il movimento ha tenuto un atteggiamento squallido su Internet attraverso un meccanismo che un’azienda privata controlla con fake news, con trolls…”.

E se realmente verrà provato che qualcuno ha falsificato atti “dovrà pagare”, ma “ho fiducia nella magistratura, credo nell’arma dei carabinieri, non faccio polemiche”. “Se c’è stata una falsificazione di prova evidentemente è una cosa grave. Ma non sarò mai uno di quelli che vive di complotti. Credo che la verità verrà a galla, ma mi sentirei un piccolo uomo, un omuncolo se oggi facessi quello che dice ‘ah, avete visto'”.

A Matteo Renzi non va bene nemmeno il servizio di Report sulla vicenda Unità-Pessina-Eni: “Credo che il Pd abbia già querelato. È pura follia, l’unica risposta a questa cosa è una firma sotto una querela”, ha quindi rilanciato l’ex premier ospite degli studi di La7.

C’è spazio anche per l’agnello: “È una tradizione famigliare a cui non vengo meno, non amo moltissimo l’agnello ma non sono d’accordo quando la politica strumentalizza le scelte personali, anche il pranzo di Pasqua. Coldiretti ha lanciato l’hashtag ‘salva un pastore‘ e la trovo un’ottima idea”.

“Io mangio la carne, se qualcuno mi tocca la fiorentina mi arrabbio ma rispetto le scelte degli altri. Di animali in politica ce ne sono già tanti evitiamo altre querelle”, replica quindi Renzi al video animalista di Silvio Berlusconi sugli agnelli di Pasqua salvati dalla macellazione.

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