Elezioni amministrative 2017, come si vota nei comuni con meno di 15.000 abitanti

di Redazione

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Elezioni amministrative 2017, come si vota nei comuni con meno di 15.000 abitanti

| sabato 29 Aprile 2017 - 14:41

Gli elettori dovranno presentarsi al seggio muniti di tessera elettorale valida, da presentare insieme alla carta d’identità o a un altro documento di riconoscimento che sia in corso di validità e munito di fotografia. Le modalità di elezione del sindaco e del consiglio comunale variano in base del numero degli abitanti, con una distinzione tra i comuni che contano più di 15.000 abitanti e quelli che invece che ne annoverano meno. Resta identica per tutti la data dell’11 giugno per il primo turno e quella del 25 giugno per l’eventuale ballottaggio.

COME SI VOTA NEI COMUNI CON MENO DI 15.000 ABITANTI: Anche in queste elezioni amministrative 2017, nei comuni fino a 15.000 abitanti il voto per il sindaco e quello per il consiglio comunale saranno uniti. È prevista una sola scheda su cui l’elettore potrà tracciare la ‘X’ sulla casella del candidato sindaco prescelto o sulla lista di consiglieri associata, oppure su entrambi i riquadri. Il voto in questo modo verrà attribuito a entrambi. Se si segna la  “X” solo su un candidato consigliere, il voto andrà automaticamente anche al candidato sindaco collegato.

Terminato lo spoglio, il candidato che ottiene il maggior numero di voti viene eletto sindaco. Non è previsto alcun ballottaggio tranne nel caso in cui i due candidati più votati abbiano ricevuto lo stesso numero di preferenze. Nel ballottaggio eventuale sarà eletto sindaco il candidato che riuscirà ad ottenere il maggior numero di voti, in caso di una nuova parità il nuovo primo cittadino sarà il candidato più anziano presente al ballottaggio.

Dopo l’elezione del sindaco, viene definito anche il consiglio comunale: alla lista che ha appoggiato il primo cittadino uscente andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti in maniera proporzionale tra le liste perdenti.

In tutti i comuni con più di 5mila abitanti si possono esprimere due preferenze (e non una) per i candidati al consiglio comunale, purché si tratti di candidati di sesso diverso.

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