Manchester, arrestati padre e fratello di Abedi | Polizia: “Indagini su un network terrorista”

di Fabrizio Messina

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Manchester, arrestati padre e fratello di Abedi | Polizia: “Indagini su un network terrorista”

| mercoledì 24 Maggio 2017 - 07:35

La polizia di Manchester sta investigando su un “network” terrorista nella città britannica. Lo ha detto Ian Hopkins, capo degli agenti locali. Sembra, infatti, che l’obiettivo del raid effettuato, nel primo pomeriggio di oggi, dalle forze di sicurezza nel centro di Manchester fosse un appartamento usato per assemblare gli ordigni.

Nel pomeriggio di oggi sono stati arrestati a Tripoli il fratello minore dell’attentatore di Manchester e il padre. Sembra che il fratello stesse preparando un attacco nella città libica. Il padre si difende: “E’ un errore, non siamo estremisti”. Non risultano contatti del killer con l’Italia.

Secondo le ultime notizie, Salman Abedi, l’attentatore che si è fatto esplodere a Manchester uccidendo 22 persone e ferendone almeno altre 120, era tornato da poco da un viaggio in Libia.  “Era partito per la Libia tre settimane fa ed era tornato di recente, da qualche giorno”, ha detto un suo amico al quotidiano britannico Times.

Il ventiduenne, figlio di un rifugiato libico, potrebbe aver quindi viaggiato anche in Siria e preparato l’attacco di lunedì sotto la guida jihadista. Le indagini, ha spiegato la May, mirano adesso a stabilire eventuali connessioni con cellule terroristiche più vaste.

Un altro 23enne, il fratello del kamikaze, è stato intanto arrestato la notte scorsa. Si tratta di Ismail Abedi e vanta un curriculum online da esperto informatico. Il giovane ha lavorato per il Manchester Islamic Centre, il centro islamico della moschea di Didsbury frequentata dalla famiglia Abedi.

Abedi, 22 anni, era finito in passato nel radar delle forze di sicurezza, salvo poi eclissarsi. Per il capo della polizia locale Ian Hopkins è stato lui l’autore “dell’atrocità” commessa nell’arena. Ogni dettaglio ufficiale resta tuttavia coperto dal riserbo per evitare depistaggi.

Il padre di Abedi Salman “è un sostenitore di Al Qaeda”. Lo riferisce la tv emiratina Sky News Arabiya, citando proprie fonti e documenti risalenti all’epoca di Muammar Gheddafi. “Abu Ismail Abedi – afferma l’emittente – è stato un componente del Libyan Fighting Group”, organizzazione islamica armata per lungo tempo legata ai terroristi di Al Qaeda.

La premier britannica Theresa May, dopo aver presieduto il comitato d’emergenza Cobra, ha alzato intanto il livello di allerta, da ‘grave’ a ‘critico’: il più alto che equivale all’aspettativa di un nuovo attacco imminente. La May ha anche annunciato che saranno dispiegati i militari delle forze armate britanniche a difesa della popolazione contro il terrorismo.

La polizia di Manchester ha poi reso noto di aver compiuto altri tre arresti in connessione con l’attentato di lunedì sera. Il ministro degli Interni britannico Amber Rudd ha precisato che è probabile che Salman Abedi non abbia agito da solo.

Un blitz delle teste di cuoio di Sua maestà è stato inoltre condotto nelle ultime ore nella zona di Carlton Road, periferia ad alta concentrazione islamica a sud di Manchester, dove gruppi di rifugiati hanno trovato alloggio. Alcune strade sono state transennate e i residenti sono stati invitati a non uscire di casa.

E saranno fino a 3.800 i soldati dispiegati nelle strade della Gran Bretagna, come annunciato dal ministro dell’interno Amer Rudd, nell’ambito dell’operazione Temperer in vigore da oggi per rafforzare la sicurezza nel Paese. Parlando alla Bbc, il ministro ha sottolineato che l’intervento dei militari a difesa di luoghi sensibili consentirà alla polizia di concentrarsi su altre questioni.

E a Manchester monta sempre più la rabbia tra la popolazione per quello che viene considerato il più grave attacco in Gran Bretagna fin dal 2005 quando furono colpite le metro e i bus di Londra. Molte delle persone ricoverate, una dozzina delle quali sotto i 16 anni, lottano in queste ore fra la vita e la morte.

Intanto la rivendicazione dell’Isis viene presa con le pinze dagli 007 americani. Si parla di “ordigni collocati da uno dei soldati del Califfato” e non di “martiri”, si azzarda un bilancio di vittime diverso (30 morti, 70 feriti) e si ricorre alla minaccia di rito: “Per chi venera la Croce e i loro alleati il peggio deve ancora venire”.

Il pensiero in queste ore drammatiche va alle vittime innocenti dell’ennesima follia fondamentalista. Basti pensare a Saffie Rose Roussos ad esempio, 8 anni appena: “Era bellissima, gentile, dolce, silenziosa e con uno spirito creativo“, l’ha ricordata commosso uno dei suoi insegnanti.

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