La lezione d’amore di Papa Francesco, ultimo fra gli ultimi a Lampedusa

di Redazione

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La lezione d’amore di Papa Francesco, ultimo fra gli ultimi a Lampedusa

| lunedì 08 Luglio 2013 - 07:03

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LAMPEDUSA, 8 LUGLIO 2013 – Una pagina di storia quella che viene scritta oggi a Lampedusa: la visita di Papa Francesco in questo lembo di terra circondato dal mare finirà nei libri su cui studieranno i nostri figli e i nostri nipoti.

 

Ma è storica soprattutto la lezione che papa Bergoglio oggi ha impartito. Una lezione di umiltà, di solidarietà, di amore. È amore chiedere perdono per “l’anestesia del cuore”, è amore augurare “buon Ramadan” ai fratelli musulmani.

 

L’aereo con a bordo Papa Francesco, un Falcon della Repubblica Italiana, è atterrato alle 8.52 all’aeroporto di Lampedusa. Ad accogliere il pontefice in aeroporto, l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro e il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini.

 

Papa Francesco alle 9.27 ha raggiunto Cala Pisana a bordo di una motovedetta della Guarda Costiera e dopo quasi un quarto d’ora di navigazione in mare, affiancato da decine di imbarcazioni private, ha lanciato in mare una corona di crisantemi bianchi e gialli in ricordo di tutti i migranti morti nel Mediterraneo.

 

Il Papa è ritornato sulla terraferma alle 9.36 e sul molo Favaloro ha salutato una rappresentanza dei migranti.

 

“Vi ringrazio per l’accoglienza, pregheremo uno per l’altro, anche per quelli che oggi non sono qui”, ha detto papa Francesco dopo averli salutati uno per uno. Messaggio poi tradotto in varie lingue.

 

“Ringraziamo il Santo Padre per la visita – ha detto uno dei migranti – ci aiuterà a superare il nostro problema, siamo fuggiti dal nostro paese per motivi politici ed economici Per arrivare qui in questo luogo tranquillo abbiamo superato tanti ostacoli, siamo stato rapiti dai nostri trafficanti. Abbiamo sofferto tantissimo. Vorremmo aiuto dal nostro Santo Padre, vorremmo che altri paesi ci aiutassero”. 

 

Papa Bergoglio ha percorso le vie di Lampedusa sull’automobile di uno degli abitanti dell’isola, diretto verso il campo sportivo. C’è un’atmosfera di festa, mista a straordinaria tenerezza. Il Papa sta salutando e benedicendo uno per uno tutti i fedeli che fanno da cornice al suo viaggio.

 

Alle 10.20 è iniziata la Santa Messa. Il Papa la celebra con i paramenti viola. Nelle prime file i migranti, i bambini, i disabili: insomma i più deboli. La prima lettura è tratta dal Libro della Genesi, il racconto dell’uccisione di Abele da parte di Caino. Il brano del Vangelo è di Matteo, la fuga di Giuseppe con il Bambino Gesù per sfuggire a Erode.

 

“Le vie del mare anzichè una via di speranza sono state una via di morte”, dice papa Bergoglio nell’omelia (clicca qui per leggere il testo integrale) citando un articolo di giornale che lo ha convinto a organizzare la sua visita. “Il pensiero mi è tornato come una spina nel cuore, allora ho sentito che dovevo venire qui a pregare, a compiere un gesto di vicinanza e a risvegliare le nostre coscienze. Ciò che è accaduto non si ripeta, per favore”.

 

“Voi offrite un esempio di solidarietà”, ha detto rivolgendosi agli abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza. Il Pontefice ha anche ringraziato il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini e l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro e ha rivolto un pensiero agli immigrati musulmani che stanno iniziando il digiuno del Ramadam. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita migliore e più dignitosa per voi e le vostre famiglie”. E a loro ha rivolto l’espressione locale “O scia’”.

 

“Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere. La globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere. Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per le persone che erano sulle barche, per le mamme che portavano i loro bambini e per gli uomini che desideravano una vita migliore per loro e le loro famiglie?”.

 

“Prima di darvi la benedizione – ha detto il Papa a conclusione della Santa Messa – voglio ringraziarvi una volta di più per l’esempio di amore e carità, per l’esempio di accoglienza che ci avete dato, che ci state dando e ancora ci darete. Questo esempio sia un faro per tutto il mondo perchè si abbia il coraggio di accogliere chi cerca una vita migliore. Grazie per la vostra testimonianza e per la vostra tenerezza”.

 

Alla Messa di papa Bergoglio, secondo quanto diffuso dalla sala stampa vaticana, hanno partecipato circa diecimila persone.

 

Subito dopo la conclusione della Messa, Papa Francesco ha parlato con un gruppo di parrocchiani e ammalati nello spazio dell’area marina per poi raggiungere la parrocchia di San Gerlando, ultima tappa della visita lampedusana, dove il sindaco Nicolini ha donato al Papa un album fotografico con 120 foto che raccontano 10 anni di storia di sbarchi sull’isola.

 

Papa Francesco ha anche incontrato Claudio Baglioni: il popolare cantante, ormai lampedusano doc, che gli ha regalato un cappellino.

 

Il Papa ha anche scritto un messaggio su Twitter con l’account @Pontifex_it. “Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più bisognosi”.

 

E proprio su Twitter si sono moltiplicati i messaggi di chi ha apprezzato la visita del papa e di chi vuole che a questo gesto seguano altri atti concreti. Si24 ha anche raccolto le opinioni dei cittadini

 

 

 

 

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